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Barche estreme, chiglie che se ne vanno

Nelle foto: Il recupero dei naufraghi del Farr.

BRISBANE –

L’ultimo caso è recente: un Farr X2 impegnato in una regata di 100 miglia, con meteo non particolarmente difficile, ha perso d’un colpo la chiglia, s’è capovolto ed ha scodellato in mare i due dell’equipaggio, salvati poi dopo poche ore.

Lo riferisce sul web SVN solovela, un sito molto frequentato dagli appassionati. Anche le foto – stesso sito – dimostrano che l’incidente non è “rara avis”: sarà perché ormai le barche anche di medie dimensioni cercano soluzioni estreme, con chili ad ala sottili ed allungare che scaricano gli sfornii un settore molto piccolo dell’opera viva; sarà perché le prestazioni ormai sono a livello un tempo inimmaginabile. Comunque sia, la perdita improvvisa della chiglia provoca catastrofici capovolgimenti e spesso – poiché l’attacco in carena viene strappato lasciano una falla – anche il naufragio.

Sull’episodio, lo studio Farr – uno dei più gettonati mondo per le barche estreme – ha diramato una nota con la quale si scusa dell’accaduto e promette una accurata indagine derelitto per capire dov’è il problema.

Per i vecchi marinai, la chiglia lunga (alla Slocum, per intenderci) continua ad essere il non plus ultra per le lunghe navigazioni anche con mare duro, in tutta sicurezza.

Pubblicato il
16 Luglio 2022
Ultima modifica
22 Luglio 2022 - ora: 12:29

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