Barche estreme, chiglie che se ne vanno

Nelle foto: Il recupero dei naufraghi del Farr.
BRISBANE –
L’ultimo caso è recente: un Farr X2 impegnato in una regata di 100 miglia, con meteo non particolarmente difficile, ha perso d’un colpo la chiglia, s’è capovolto ed ha scodellato in mare i due dell’equipaggio, salvati poi dopo poche ore.
Lo riferisce sul web SVN solovela, un sito molto frequentato dagli appassionati. Anche le foto – stesso sito – dimostrano che l’incidente non è “rara avis”: sarà perché ormai le barche anche di medie dimensioni cercano soluzioni estreme, con chili ad ala sottili ed allungare che scaricano gli sfornii un settore molto piccolo dell’opera viva; sarà perché le prestazioni ormai sono a livello un tempo inimmaginabile. Comunque sia, la perdita improvvisa della chiglia provoca catastrofici capovolgimenti e spesso – poiché l’attacco in carena viene strappato lasciano una falla – anche il naufragio.
Sull’episodio, lo studio Farr – uno dei più gettonati mondo per le barche estreme – ha diramato una nota con la quale si scusa dell’accaduto e promette una accurata indagine derelitto per capire dov’è il problema.
Per i vecchi marinai, la chiglia lunga (alla Slocum, per intenderci) continua ad essere il non plus ultra per le lunghe navigazioni anche con mare duro, in tutta sicurezza.