Ravenna, miracolo -14,50

Daniele Rossi
RAVENNA – Qualcuno ha provato a parlare di miracolo: perché programmare, con bando già pubblicato, i fondali di un porto-canale come Ravenna a ➖1⃣4⃣,5⃣0⃣ di profondità, vuol dire sfidare una natura che specie in Adriatico non è certo favorevole.
Ma il presidente dell’AdSP dell’Adriatico Centro-Settentrionale 👤 Daniele Rossi non solo ci scherza sopra (“È un miracolo per il quale ci siamo attrezzati”) ma si pone anche un termine temporale.
🎙 Presidente Rossi, vi state impegnando in una bella sfida, anche sui tempi.
🗣 “Come si può vedere dal testo della relativa gara, dobbiamo concludere entro il dicembre 2026 perché il finanziamento fa parte del PNRR. La sfida è ben ponderata e sarà un esempio significativo di economia circolare, perché oltre ad avere i fondali necessari alle navi delle nuove generazioni potremo utilizzare i materiali dragati, dopo il loro trattamento, per il territorio. È previsto in particolare il riempimento delle tante cave abbandonate, che rappresentano pure un pericolo”.
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🎙 Il trattamento dei materiali di escavo rappresenta spesso un grosso problema sia tecnico che ambientale…
🗣 “Noi ci siamo riferiti a un esempio molto efficace, l’impianto che opera per il porto di Anversa. In una apposita vasca avverrà il trattamento da cui, dopo l’asciugatura e la ripulitura dagli inquinanti, risulteranno le varie tipologie di materiale: con quelle A destinate, appunto, al tombamento delle cave abbandonate. L’impianto progettato sarà il primo del genere nell’intero Mediterraneo”.
🎙 Il porto a -14,50 dei fondali è il fiore all’occhiello, a quello che si sa, di un grande progetto già avviato, quello dell’Hub Ravenna…
🗣 “Rappresenta la fase 2 del progetto Hub e siamo strettamente nei tempi programmati, malgrado i freni della burocrazia nazionale.
🤯 Sembra assurdo, ma 🤯 con oltre 100 milioni di euro in banca e un miliardo di euro di investimenti in corso spesso 🤯 ci troviamo nella impossibilità di spendere con i tempi necessari per le regole imposte agli enti pubblici come le nostre Autorità.
Comincio a capire chi auspica la trasformazione delle AdSP in Spa.”
🎙 Eppure lei, anche quando era presidente di Assporti e oggi al secondo mandato nell’AdSP di Ravenna, si è sempre battuto per l’ente pubblico. Ha cambiato idea?
🗣 “È vero che sono stato assertore dell’ente pubblico per i porti, ma oggi mi sto convincendo che la formula della Spa sarebbe infinitamente più pratica e funzionale.
Sto sposando un vecchio e saggio detto: anche la forma è sostanza.”
🎙 Non è possibile confrontarsi con il governo sul tema? Assoporti potrebbe spingere in questa direzione.
🗣 “Bisogna uscire da un equivoco di fondo sulla natura di Assoporti: che non è né un sindacato, né una rappresentanza di categoria: ma è solo un’associazione di enti pubblici, le AdSP, che ha esclusivamente un ruolo consultivo con i Ministeri.
Dunque non può che consigliare, ma non certo imporre cambiamenti come la trasformazione in Spa delle Autorità Portuali”.
🎙Presidente, ancora un tema delicato: il vostro “cimitero di navi”, non certo cancellato dallo smantellamento della Berkab B: l’associazione Italia Nostra è scatenata.
🗣 “È una brutta realtà, ma non certo unica: mi risulta che in Italia ci siano almeno 722 navi abbandonate nei porti o alle dighe foranee.
Per quanto ci riguarda, per eliminare i relitti del “nostro” cimitero occorrono venti miliardi, che ovviamente l’AdSP non ha e non può procurarsi.
➡➡La causa di questi abbandoni di relitti è purtroppo connessa al sistema legislativo nazionale, non in grado di imporre in tempi brevi agli armatori scorretti di demolirli nei luoghi delegati. ⬅⬅
Oggi c’è qualche speranza visto il forte aumento di costo delle materie ferrose, anche da relitti. Ma occorrerà del tempo; e da parte nostra facciamo già il possibile”.
(A.F.)
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