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Settimana degli oceani con annesse ipocrisie varie…?

ROMA – Dalla sede galleggiante sul Tevere dell’associazione ambientalista Marevivo il messaggio è arrivato al parlamento: meno proclami, più fatti per far si che i nostri mari – nell’occasione del mese mondiale dedicato agli oceani – siano davvero protetti dall’inquinamento. Anche Greenpeace, il WWF e le altre associazioni ambientaliste stanno battendo la grancassa: con tanto di confronti – qualche volta anche al calar bianco – su chi inquinerebbe di già: le aziende, le città, le navi, gli aerei… La sostanza è che tutto finisce in mare.

Il tema è complesso, anche perché non ci sono risposte univoche. La commissione europea da Bruxelles emana diktat che sembrano più che altro dei “tazebao”, emanati per dimostrare una buona volontà ammantata di ipocrisia. È l’ultimo atto, quello che taglierà la gola dal 2035, a un’industria mondiale oggi tra le più importanti per la mobilità, quella del motore termico, diesel o benzina. Sicuri che sia la soluzione per l’ambente e per il mare: c’è già chi ha fatto notare che lo sviluppo potenziale delle batterie elettriche creerebbe un pericolo (smaltimento) doppio dell’inquinamento dei motori a benzina o gasolio, già oggi con emissioni ridotte al minimo.

Sul mare, siamo alle solite: UE “impone” il cold ironing sui porti, quando buona parte delle navi più recenti ha già adottato sistemi di alimentazione dei motori a GNL o meglio ancora: ma con il prezzo dell’energia elettrica che cresce in modo esponenziale, siamo sicuri che in tempi brevi gli armatori accetteranno? Si parla di produzione di energia “pulita” dai porti stessi: quando, come e a che costi però tutto è ancora vano.

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Poi ci sono le battaglie ambientaliste local. Ecco l’ultima in ordine di tempo.

Organizzato dall’eurodeputata Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde, in collaborazione con Surfrider Foundation Europe, si terrà oggi mercoledì 15 giugno al Parlamento europeo l’evento “Toxic Waters. Stop polluting our seas!”, in occasione della settimana degli oceani 2022.  

“Secondo i dati delle Nazioni Unite – dichiara Eleonora Evi – la sopravvivenza di oltre 3 miliardi di persone dipende dagli ecosistemi marini e dalla conservazione della loro biodiversità, ma il 40% degli oceani è soggetto a inquinamento, sfruttamento delle risorse ittiche, perdita di habitat costieri e altri effetti delle attività umane. Ecco perché questo dibattito è un’occasione preziosa per accendere i riflettori sull’inquinamento dei nostri oceani e dei nostri mari e sulle conseguenze a catena che questo fenomeno comporta sulla salute e sull’ambiente”.  

Momento importante dell’incontro, la proiezione di un documentario sullo stato di inquinamento delle zone limitrofe ai siti industriali di Rosignano, in provincia di Livorno, dove la Solvay, la più grande sodiera d’Europa, da decenni sversa in mare metalli pesanti bioaccumulabili, contaminando il mare e il litorale, che infatti rientra tra i 15 tratti costieri più inquinati del Mediterraneo.  

“Quello in atto nelle acque di Rosignano è un vero e proprio disastro ambientale” – dice Eros Tetti, portavoce di Europa Verde Toscana. La Toscana purtroppo è maglia nera in questo: acque inquinate che attraversano i SIN non bonificati e falde acquifere distrutte e contaminate sulle Alpi Apuane nel Nord della regione. È quindi ancor più esasperante constatare che, a pochi mesi dall’inserimento della tutela ambientale in Costituzione, il nostro ministro della ‘transizione ecologica’ si sia affrettato a rinnovare l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) alla multinazionale Solvay, consentendole così di continuare a sversare i residui della propria produzione chimica in mare per altri 12 anni” – prosegue Tetti.  

“Bisogna mettere in atto una politica seria e previdente – conclude Europa Verde – che metta al primo posto la salute di cittadini e ambiente, non i profitti delle multinazionali. Con questo evento vogliamo pertanto portare la dovuta attenzione sullo stato di salute dei nostri mari e oceani, nonché sulle misure necessarie ad arginare un fenomeno che ha ormai assunto dimensioni allarmanti”.

Pubblicato il
15 Giugno 2022

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