Navi d’Italia a sminare il Mar Nero?
ROMA – Sarà l’Italia con i suoi più moderni cacciamine a liberare le rotte del grano dall’Ucraina verso i Dardanelli e il Mediterraneo? L’offerta c’è stata ma come molte altre cose in questa sciagurata guerra tra Russia e Ucraina il problema è che nessuno ammette di aver minato il mare, e quindi non si sa con esattezza né dove sono gli ordigni, né specialmente di che tipo.
La stessa Russia non solo non ammette di aver posato queste mine ma non vuole che a liberare i porti sia una coalizione internazionale sul modello di quella prospettata qualche giorno fa dal Regno Unito. Kiev da parte sua non avrebbe né la tecnologia né le finanze adeguati per risolvere il problema.
Perché l’Italia? Il premier Mario Draghi, nel corso di un’informativa al Senato sulla guerra russo-ucraina, ha confermato la disponibilità del Governo non solo a rinforzare il fronte Est della Nato inviando un altro migliaio di uomini delle forze armate Bulgaria e in Ungheria ma anche ad aiutare la Romania proprio nello sminamento del Mar Nero.
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Fra le unità prese in considerazione per l’operazione di bonifica ci sarebbero i cacciamine classe Gaeta e Lerici. Dovrebbero essere scortati da altre unità, che secondo l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, già capo di Stato maggiore della Marina, potrebbero comprendere «il raggruppamento subacquei del Varignano, sonar a profondità variabile, droni subacquei a pilotaggio remoto, navi ausiliarie di assistenza logistica per i cacciamine e una nave comando».
Per i convogli di scorta ai mercantili, invece, sarebbero disponibili le FREMM, le Fregate Europee Multi-Missione comuni tra Italia e Francia e realizzate da Fincantieri.
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Nessuno lo ricorda, ma in Romania c’è anche un importante insediamento della Drass, ex livornese Cosmos e con base ancora a Livorno, che produce mini-sottomarini e droni subacquei avanzatissimi in grado di esplorare i fondali e anche di dividere le mine. Che oggi sono altrettanto sofisticate, non solo ancorate sul fondo e micidiali al contatto come quelle della foto in prima pagina, ma magnetiche e capaci di attivarsi secondo un programma inserito nei circuiti.
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