Rinfusi, niente più programmazione

RAVENNA – La guerra in Ucraina sta creando problemi anche ai porti italiani che sono tradizionalmente punto di arrivo delle materie prime provenienti dai porti russi ed ucraini del Mar Nero. Ravenna ha visto calare drasticamente gli arrivi della materia prima per le fabbriche di piastrelle, per le quali è il primo scalo italiano di sbarco. Le stesse fabbriche, come è stato riferito più volte dalla stampa nazionale, sono in crisi tanto da aver rallentato – e in alcuni casi sospeso – la produzione.

L’alternativa ad alcune delle materie prime in questione è il trasporto dalla Sardegna, che fa scalo a Livorno al TCO (Terminal Calata Orlando). Sul terminal, che attende il trasferimento sul Molo Italia per liberare la banchina al futuro polo delle triere della Porto 2000, da tempo gli sbarchi più consistenti sono stati quelli del cippato, ovvero del legname triturato che serve a fare i pallet per le stufe. Di recente però il cippato è calato, sia per i costi della raccolta che per l’imminente arrivo della buona stagione.

Uno dei problemi dei terminal rinfusi, sia di Ravenna che di Livorno, è l’impossibilità di una seria programmazione. Sono tempi di massima incertezza sia per la guerra che per le tensioni economiche. E i traffici stanno diventando spot più che regolari, con tutti i disagi che ne conseguono.

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