Chi e come ha affondato l’incrociatore “Moskva”?
La domanda riguarda più il settore militare che non il nostro: però sempre di navi si tratta, dunque proviamo a rispondere all’interrogativo che ci hanno fatto arrivare alcuni lettori:
Com’è possibile che un incrociatore moderno, pieno di sistemi antimissile (così hanno detto le TV) sia stato colpito e affondato da due vecchi missili?
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In effetti sarebbero stati due missili antinave ucraini Neptune – di origine sovietica – a colpire e affondare il Moskva al largo di Odessa. Si tratta di missili cruise abbastanza anziani, anche se probabilmente ammodernati nell’elettronica di guida. Hanno un raggio d’azione di circa 280 km, velocità piuttosto modesta di circa 900 km/h e una testata esplosiva di poco più di 140 kg: non certo letale per un moderno incrociatore, salvo non colpisca e faccia saltare le munizioni di bordo, come sembra sia avvenuto.
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L’incrociatore Moskva, costruito nel 1979 ma rammodernato nel 2000, era dotato di un sistema di difesa a tre livelli in grado di respingere un attacco missilistico sia aereo che subacqueo. Tralasciando i missili di difesa per sottomarini, questi servono a intercettare missili antinave superficie-superficie.
• Missili superficie-aria a lungo raggio S-300F, con potenziali 64 missili a bordo, con una gittata possibile oltre i 100 Km.
• Missili Gecko a corto raggio, due lanciatori, con una gittata fino a circa 15 Km.
• 6 Mitragliere Ak-630 (con un calibro da 30mm) con una portata di circa 4 Km.
Gli Ak-630 sono un sistema missilistico di difesa antiaerea a corto raggio, Close-In Weapon System (CIWS) in grado di abbattere un missile o un aereo; può colpire qualunque cosa si avvicini e voli addosso. Ogni sistema è in grado di sparare mille colpi al minuto, un fuoco di sbarramento mirato a danneggiare le “ali dei missili” o meglio il sistema di guida in volo del missile. Una volta caricate, le mitragliere sono governate attraverso un sistema di direzione del tiro composto da un radar un calcolatore in grado di tracciare il bersaglio e avviare l’abbattimento.
Perché i missili non sono stati intercettati dal sistema di difesa della nave e da quelli delle altre unità di scorta? Sembra che gli ucraini abbiano utilizzato dei droni Bayraktar turchi che hanno confuso – o forse neutralizzato – le apparecchiature russe di scoperta. Tanto che la versione russa della perdita per un incendio delle munizioni in un primo tempo era molto plausibile: nessuna delle navi di scorta ha infatti “tracciato” i due missili in arrivo.
La perdita del Moskva riguarda una nave da 12.500 tonnellate con un equipaggio di circa 500 persone che aveva il ruolo di ammiraglia della flotta del Mar Nero, per coordinare le altre navi da guerra. Con la nave sono affondati 16 missili da crociera “Vulkan”, antinave, su lanciatori a prua con una portata di almeno 700 km.
Secondo il calcolo redatto dal direttore dell’Istituto di studi strategici del Mar Nero Andriy Klymenko, la forza missilistica navale russa a questo punto è rappresentata:
- dalla fregata Admiral Essen (8 missili),
- fregata Admiral Makarov (8 missili),
- corvetta Vyshny Volochek (8 missili),
- corvetta Ingushetia (8 missili),
- corvetta Grayvoron (8 missili),
- sottomarino Rostov-on-Don (4 missili),
- sottomarino Stary Oskol (4 missili),
- sottomarino Great Novgorod (4 missili) e
- il sottomarino Kolpino (4 missili)”.
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