Gruppo Hera vince
MILANO – L’epidemia e le crisi energetiche accompagnano un momento di svolta. In dieci anni, le utility italiane hanno migliorato i servizi, riducendo le perdite idriche, i tempi di intervento e aumentando la raccolta differenziata. Per il futuro, punteranno su digitalizzazione e innovazione. Lo dimostra il fatto che anche nell’anno terribile della pandemia, il 2020, hanno continuato ad investire (7,2 miliardi): risorse impiegate per le nuove sfide come manutenzione predittiva, digitalizzazione della mobilità o cybersecurity.
Sono alcuni dei trend che emergono dai dati della decima edizione dello studio “Le performance delle utility italiane. Analisi delle 100 maggiori aziende dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti” presentato da Alessandro Marangoni – ceo di Althesys e capo del team di ricerca – nel corso del Top Utility, l’evento organizzato in collaborazione con Utilitalia che fa il punto dello stato dell’arte nei settori acqua, energia e rifiuti, atteso dagli operatori anche per i premi alle migliori società dei servizi pubblici.
L’azienda migliore quest’anno è risultata il Gruppo Hera; i premi tematici sono andati ad Acquevenete, Alperia, Gruppo CAP, Gruppo Iren, Marche Multiservizi, Veritas e Viva Servizi.
“L’ultimo anno ha rappresentato uno spartiacque – dice l’economista Alessandro Marangoni, ceo di Althesys -. Il mondo post-pandemia sarà per molti versi differente da quello precedente, ma le top utility hanno reagito positivamente e da questa edizione speciale, dove analizziamo gli ultimi dieci anni, emerge che il settore è in buona salute: si è dimostrato resiliente, ha continuato a migliorare le performance industriali, a fare ricerca e a innovare”.