Leonardo Livorno, quale futuro?

Nella foto: Il prototipo del drone subacqueo per la ricerca.

Una domanda di poche righe sparate a bruciapelo da un lettore che si dice ex dipendente dello stabilimento Whitehead di Livorno, C.C.:

Ho vissuto i tempi della Whitehead livornese, una volta anche Fiat (lanciammo una linea di interessanti ma sfortunati motori fuoribordo) poi la storia delle mine che ci fece sparare addosso metaforicamente da mezzo mondo, poi ancora i primi robot sub e i siluri. Oggi l’ex Whitehead fa parte della multinazionale Leonardo ma alcuni dipendenti dello stabilimento mi dicono che ci sono voci di vendita. C’è rischio di un’altra chiusura?

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Come dice Lei, Leonardo è un grosso gruppo italo-francese che ha una diversificata produzione in campo militare, dedicata sia alla vendita in Italia che alla vendita all’estero. Lo stabilimento livornese è specialista di apparecchiature, sia elettroniche che meccaniche, in campo subacqueo. Le mine non ci sono più da anni, mentre rimarrebbero – il condizionale è d’obbligo in campo militare – i siluri della generazione “Shark” ed anche i droni subacquei, sviluppo prototipi già a suo tempo presentati negli stand che accompagnavano le prime edizioni delle regate dell’Accademia Navale a Livorno.

Abbiamo anche noi letto di ipotesi di conferimento dello stabilimento di Livorno a un altro settore, dove tuttavia rimarrebbe l’attuale specializzazione, all’Associazione industriali di Livorno (Confindustria) ne sanno quanto noi, cioè quasi niente. O almeno così ci hanno dichiarato.

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