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Per Livorno la sfera di cristallo

LIVORNO – Non siamo l’ombelico del mondo, e nemmeno di quello portuale: lo sappiamo. Però all’inizio di un nuovo anno si fanno i buoni propostiti e si cerca di dare un’occhiata alla sfera di cristallo anche per le cose di casa nostra. Dunque, lasciatemi, da livornese, interrogare la Sibilla; senza prendere niente per oro colato.

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Qui a fianco troverete l’analisi che Fabrizio Vettosi (uno dei massimi esperti nel settore dell’economia marittima di recente nominato presidente del gruppo di lavoro “Shipping Finance” dell’ECSA) ha elaborato sulla situazione italiana: con qualche “sculacciata” allo scarso coordinamento dei troppi progetti dei porti italiani anche nelle infrastrutture.

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Per la parte livornese, mi aspetto repliche o puntualizzazioni, anche se sono consapevole della ritrosia degli operatori a intervenire per scritto. Una cosa però credo sia chiara: la Darsena Europa è diventata in ogni caso indispensabile al porto livornese perché servirà a liberare, prima possibile, tutte le aree della Darsena Toscana, nelle quali finalmente dare spazio ai ro/ro e a nuovi insediamenti produttivi. Non vanno sottovalutati i piani di Enel e probabilmente di ENI sull’utilizzo delle loro vaste aree che si affacciano sul canale industriale. Che MSC si sia saldamente insediata da Lorenzini e spinga per avere più respiro non è certo per accontentarsi di quei metri quadri dell’ex terminal ferrovie sui quali ci si sta attualmente scannando malgrado il triplo guanto di velluto di Luciano Guerrieri.

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Ci si scanna sulle aree portuali, ma sembra si stia ancora una volta sottovalutando il problema dei collegamenti via terra. Navi e merci oggi sono condizionati dalle banchine e dalle aree, ma specialmente dalla velocità con cui le merci affluiscono e defluiscono sui mercati, che nessun porto delle nostre dimensioni può accontentarsi siano quelli di casa, Livorno sta facendo passi importanti attraverso l’interporto/retroporto Vespucci, ma se non avrà prima possibile i raccordi ferroviari veloci con la rete del Nord – la tanto sospirata direttrice della Vada-Collesalvetti-Pisa, con possibile rivelazione anche della costiera da Genova e La Spezia fino a Civitavecchia – per poter operare con i treni da 750 metri, ogni sforzo per potenziare il mare e il porto varrà assai poco. E il sistema del ferro continua ad essere – mi dice la Sibilla – ancora troppo in ritardo. Esattamente com’è in ritardo la soluzione del nostro “ultimo miglio” sia del ferro che della gomma. Non dimenticando che siamo un porto “multipurpose” e dobbiamo fare tutto il possibile per rimanerlo.

Mi farà particolarmente piacere se qualcuno volesse replicare. E magari darmi dell’asino, correggendo queste non particolarmente positive analisi. A inizio dell’anno possono rompere le balle, ma credo sia il pessimismo della ragione. Ancora auguri.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
5 Gennaio 2022
Ultima modifica
7 Gennaio 2022 - ora: 14:35

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