Trapianti di posidonia all’Acquario
LIVORNO – All’Acquario Diacinto Cestoni è in corso un progetto all’avanguardia per realizzare impianti di riforestazione di praterie di Posidonia oceanica ecosostenibili ed una vasca è stata scelta come luogo in cui testare una rete a base di bioplastica biodegradabile in acqua di mare idonea per realizzare gli impianti.
Il progetto è iniziato nel 2016 da Azienda Servizi Ambientali (A.S.A.) in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, a cui hanno aderito successivamente l’ISPRA e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, nel 2019 l’Acquario di Livorno e, più recentemente, l’azienda tessile Coatyarn.
Il tutto ha avuto inizio, precisa l’Acquario di Livorno, quando A.S.A. stava progettando un impianto di dissalazione dell’acqua di mare all’isola d’Elba i cui lavori avrebbero interessato la prateria di Posidonia oceanica e per i quali erano previste operazioni di trapianto. Da subito ci si è posti il problema dei supporti che avrebbero dovuto accompagnare il radicamento delle piante trasferite e grazie alla collaborazione con il professor Cinelli, dell’Università di Pisa ed esperto di Posidonia oceanica, i primi “orti in fondo al mare” furono creati utilizzando una rete di ferro rivestita con monofilamenti di polipropilene, comunemente impiegata per questi scopi, ma evidentemente non sostenibile a livello ambientale per l’impatto che le materie plastiche hanno dimostrato di avere a livello globale sugli ecosistemi marini.
Il passo successivo è stato quello di individuare un materiale alternativo ecosostenibile per sostituire la petro plastica con la bioplastica coinvolgendo la professoressa Maurizia Seggiani del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, che con il suo staff stava già studiando l’uso di biopolimeri per applicazioni sul suolo e in mare.
Nel marzo 2019 è iniziata la sperimentazione che prevedeva l’immersione di sette diverse formulazioni di biopolimero in una vasca dedicata dell’Acquario di Livorno. È stata così studiata la velocità di degradazione per individuare tra loro quelle in grado di garantirne la durabilità per almeno due anni, tempo necessario alla Posidonia oceanica di radicare.
Esito di questo esperimento, durato oltre due anni, è stata l’individuazione di due formulazioni utili: una a base di PBSA (polibutilsuccinato) e l’altra a base di PHB-HV (poli 3 idrossibutirrato-co-3-idrossivalerato).
Pochi giorni fa è stata quindi posata in una vasca dell’Acquario di Livorno, impiantando alcune talee di Posidonia oceanica. La geostuoia in maglia ha dimostrato da subito la sua efficacia, favorendo l’operazione di impianto delle talee, mantenendole ben trattenute e fissate al fondo e facilitandone la radicazione futura.
Al momento, sono in corso da parte di ISPRA Livorno e del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Siena ulteriori studi per dimostrare la compatibilità con l’ambiente marino e la completa degradazione del materiale.
L’applicazione di questo materiale e manufatto, risulta essere un importante passo avanti nella ricerca e nella tutela ambientale: sono già allo studio altre sue possibili applicazioni in diversi settori, come quello dell’itticoltura e sicuramente l’utilizzo nei trapianti di posidonia.