ROMA – In una lettera firmata da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti Lazio alle Istituzioni e a tutte le parti in causa, si legge che i sindacati in questione sono “Preoccupati per crisi strutturale dei traffici, sul futuro occupazionale e sociale degli hub di Civitavecchia e Gaeta”.
“Lo sciopero nazionale dei porti, (tenutosi ieri, n.d.r) con motivazioni fortemente impattanti e condivise: autoproduzione, sicurezza sul lavoro, fondo di accompagnamento alla pensione, modifiche art.18 l.84/94 e lavoro usurante, fa correre il rischio di passare in secondo piano nei porti di Civitavecchia e Gaeta a causa della crisi strutturale dei traffici, accentuata dalla pandemia, in corso da diversi anni, e che a brevissimo tempo potrebbe sfociare in una grossa crisi sociale ed occupazionale”.
“Mentre nel porto di Gaeta bisogna consolidare i segnali positivi dei traffici in aumento – si legge nella missiva -, attualmente su Civitavecchia i pochi traffici strutturali presenti, in attesa della ripresa delle crociere, non consentono una visione ottimistica del futuro; solo una parte delle imprese portuali, delle società di interesse generali oltre che della stessa Compagnia Portuale di Civitavecchia, ha sospeso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali Covid e senza tale strumento è forte la possibilità dall’inizio del prossimo anno di ristrutturazioni aziendali con procedura di licenziamento collettivo, non essendo il porto ad oggi nelle condizioni di assorbire all’interno del suo stesso sistema gli esuberi prodotti”.
“Si ritiene necessario chiedere alle Istituzioni – si prosegue – di aprire un ragionamento di sistema sui porti di Civitavecchia e Gaeta in un’ottica di vera programmazione di sviluppo dell’intera area portuale e retroportuale, adoperandosi come avviene in tutto il resto dei porti italiani a creare e favorire quelle condizioni ad oggi assenti”. I porti possono infatti rappresentare un volano se valorizzate in quanto “anello di congiunzione delle attività logistiche, produttive e distributive”.
“Pertanto, dopo aver specificato anche il senso locale più ampio della protesta – si conclude -, si richiede la convocazione urgente di un tavolo alla presenza di tutte le parti sociali coinvolte e le istituzioni afferenti al territorio, al fine di individuare le giuste soluzioni necessarie al mantenimento della coesione sociale del territorio oggi fortemente a rischio ed individuare”.