Tempo per la lettura: 3 minuti

L’ammiraglio e la “sua” Accademia

Flavio Biaggi

In occasione del giuramento degli allievi, l’ammiraglio Flavio Biaggi, comandante dell’Accademia Navale, ci ha concesso questa intervista:

Ammiraglio, quali significati assume la cerimonia del giuramento di quest’anno?

La cerimonia di quest’anno, ancorché risenta ancora in parte delle limitazioni legata alla nota pandemia, si arricchisce tuttavia di significati e riflessioni particolari legati, da un lato, al ricorrere del 140° anniversario della fondazione dell’Accademia Navale, inaugurata il 6 novembre e, dall’altro, alla data della celebrazione, 4 dicembre, che coincide con la ricorrenza di Santa Barbara, la nostra Santa Patrona, evocata a protezione di tutti i marinai che operano quotidianamente sul mare al servizio del paese.

[hidepost]

Il giuramento degli allievi è un momento fondamentale in quanto li inserisce nei ranghi militari. Ritiene che anche per i giovani d’oggi il valore di un giuramento alla Patria sia pienamente recepito?

Sono sicuro che, nonostante le innegabili diversità dettate dallo scorrere della storia, la vocazione che anima gli allievi oggi sia identica al passato. L’Accademia accompagna i giovani verso un percorso di crescita umana e professionale orientato al bene comune e posso testimoniare, anche dagli sguardi fieri e dalla dedizione con cui si sono preparati per questo giorno, che il giuramento conserva anche nei giovani di oggi il carattere di solennità e di scelta di servizio al Paese. 

Ormai da anni l’Accademia Navale è anche frequentata da ragazze, che in alcune discipline spesso eccellono. Però negli alti gradi della Marina sono ancora un’eccezione. È per i tempi necessari, o perché molte alla fine optano per la famiglia?

A vent’anni di distanza, guardando ora al percorso professionale compiuto dalle donne, possiamo dire che si sono fatti enormi passi avanti. La presenza femminile in Marina supera il 6% dell’organico complessivo e tra gli Ufficiali la percentuale è di circa il 20%. Oggi donne e uomini sono nella condizione di ambire alle medesime prospettive di carriera. Abbiamo già avuto comandanti di unità navale, piloti, direttori di macchina, sommergibilisti, fucilieri di marina e palombari di genere femminile. Si dovrà comunque attendere che le donne entrate in servizio negli anni 2000 maturino quell’anzianità che, in virtù del grado, potrà consentire loro di accedere ai gradi apicali della Forza Armata…. È solo una questione di tempo. Vi sono, è vero, ancora nodi da sciogliere, fra cui sicuramente l’armonizzazione tra le scelte di vita privata e le esigenze lavorative che per la donna comporta spesso decisioni più drastiche che per l’uomo. È questa la vera sfida nel campo della parità di genere che, tuttavia, non è esclusiva delle Forze Armate, ma coinvolge trasversalmente gran parte dei settori del mondo del lavoro in Italia.

L’Accademia Navale si sta sempre più qualificando come istituto multi-disciplinare a livello universitario, con studi importanti e molta preparazione teorica mentre la pratica di navigazione con i reali compiti di bordo sembra riservata alle crociere estive. Ma quanto conta ancora oggi la formazione da “marinaio” nella professione?

Attraverso un programma didattico-formativo all’insegna delle tradizioni marinare, i giovani frequentatori dell’Accademia Navale acquisiscono le competenze e la professionalità per affrontare i futuri incarichi a bordo. Il “mare” è quindi sempre al primo posto in Accademia Navale e gli insegnamenti che trasmettiamo agli Allievi son quelli alla base del loro futuro rapporto con il mare. Accanto all’istruzione universitaria hanno preminenza la pratica della vela, le esercitazioni marinaresche e quelle al simulatore interattivo di plancia. Le campagne d’istruzione estive completano il percorso di formazione, dell’Ufficiale e del marinaio, che inizia qui a Livorno. 

Nei giorni scorsi era l’anniversario della creazione della Marina Militare unitaria, con la fusione delle scuole di Genova e Napoli: due scuole ciascuna per i suoi aspetti eccellenti. Quali ritiene siano stati i loro principali retaggi?

L’Accademia Navale fu inaugurata a Livorno il 6 novembre 1881 ed il processo di fusione delle tradizioni tramandate dalle due scuole pre-unitarie di Genova e di Napoli fu tutt’altro che facile. Le due scuole infatti differivano notevolmente tra loro: da Napoli gli ufficiali uscivano con una buona istruzione teorica ma con una scarsa pratica del navigare, a Genova si prediligeva invece l’insegnamento marinaresco. La nuova Accademia si pose l’obiettivo di armonizzare i programmi di studio e di formazione professionale affinché fossero idonei alle esigenze. Oggi l’Accademia Navale continua a tramandare le tradizioni che costituiscono il prezioso patrimonio di valori delle generazioni passate. Il nostro sguardo è, però, ovviamente rivolto anche al futuro, visti i rapidi mutamenti dello scenario geopolitico. Tradizione ed innovazione è ciò che oggi noi offriamo ai nostri Allievi. 

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
8 Dicembre 2021
Ultima modifica
9 Dicembre 2021 - ora: 13:23

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora