Tempo per la lettura: 3 minuti

Italia sott’acqua con l’aumento del livello dei mari

MILANO – Anche con un aumento di 1,5 gradi, quasi 1,4 milioni di italiani vivranno in aree al di sotto della linea di alta marea, tanti quanti gli abitanti di Milano. Lo afferma uno studio pubblicato in questi giorni da “Rinnovabili.it”. Con un riscaldamento globale di 2 gradi, sostiene sempre lo studio, salgono a 3,6 milioni, l’equivalente della popolazione della Toscana. Gli effetti sono lenti e si manifesteranno comunque nell’arco di alcuni secoli. Anzi, visto quello che si trova lungo le nostre coste di rovine dell’epoca romana ormai sommerse, gli effetti sono in corso già da secoli.

“La penisola – pubblica ancora “Rinnovabili.it” è nella top 20 globale dei paesi minacciati dall’aumento del livello dei mari Per quanto veloce possano essere tagliare le emissioni, la CO2 già intrappolata in atmosfera ha innescato un processo di aumento del livello dei mari che è irreversibile per millenni. È uno dei messaggi più preoccupanti dell’ultimo report dell’IPCC pubblicato lo scorso agosto. 

Se questa è la situazione, a che ritmo crescerà l’innalzamento marino? E quali sono le aree più a rischio? A queste domande – continua “Rinnovabili.it” – prova a rispondere un nuovo studio di Climate Central apparso su Environmental Research Letters e realizzato in collaborazione con l’università di Princeton e il Potsdam Institute for Climate Impact Research.

[hidepost]

Se continuiamo lungo la traiettoria attuale, che spinge il riscaldamento globale oltre i 3 gradi, saranno 50 le grandi metropoli in tutto il mondo a finire sott’acqua, in tutto 800 milioni di persone. I piccoli stati insulari del Pacifico rischiano una “perdita quasi totale” di terra, mentre 8 delle 10 aree più minacciate si trovano in Asia e ospitano 600 milioni di persone. Tutte concentrate in Cina, India, Vietnam, Indonesia e Bangladesh. In Cina, in particolare, circa 43 milioni di persone vivranno su terreni che si prevede saranno al di sotto dei livelli di alta marea entro il 2100, mentre più nel lungo periodo 200 milioni di persone vivranno in aree a rischio di aumento del livello dei mari. Metà dei territori di Bangladesh e Vietnam si trova al di sotto del livello futuro di alta marea.

Anche se non ci rendiamo ben conto di questi effetti oggi, il riscaldamento globale di 1,1°C a cui siamo arrivati li rende inevitabili. Se per magia smettessimo in questo momento di produrre emissioni – calcola lo studio – nei prossimi decenni l’aumento del livello dei mari sarebbe comunque un problema per 385 mln di persone, che si troverebbero a fare i conti con l’acqua alta ad ogni marea. Le proiezioni parlano di un innalzamento medio di 1,9 metri, anche se diluiti nell’arco di alcuni secoli. Se arriviamo a 1,5 gradi – come è probabile già entro questo decennio – le persone colpite salgono a 510 milioni.

E in Italia? Secondo i calcoli dei ricercatori, con il riscaldamento globale già incorporato finirà sotto il livello di alta marea quasi l’1% della popolazione, come gli abitanti di Parma, Padova e Trieste messi insieme. A 1,5 gradi diventano 1,4 milioni, in pratica l’equivalente di tutti i residenti di Milano. Se rispettiamo gli accordi di Parigi e restiamo sotto i 2 gradi, nell’arco di un paio di secoli finirebbero comunque sott’acqua 3,6 mln di persone, cioè l’intera popolazione della Toscana. Nello scenario peggiore, +3°C, sotto la linea di alta marea si troveranno 4,5 mln di abitanti (come l’intera Emilia-Romagna).

*

Fin qui “Rinnovabili.it” ma va anche considerato che già oggi le istituzioni conoscono il problema dell’innalzamento del livello del mare: e molti progetti costieri stanno già tenendone conto. È quanto ha recentemente assicurato anche il presidente dell’AdSP del irreno settentrionale Luciano Guerrieri per il progetto della Darsena Europa, il nuovo porto labronico proiettato sul mare. Guerrieri, nel cercare di rassicurare i pisani che temono un’ulteriore erosione delle loro spiagge, ha ricordato che daigragaggi delle sabbie pulite del sito dove nascerà la daresna si potranno rifiorire le spiagge a nord di Livorno per oltre un milione di metri cubi almeno. (A.F.)

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Ottobre 2021

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora