Guerrieri: al lavoro per un Sistema Portuale produttore di energia
LIVORNO – Proviamo a guardare la Luna invece del dito: e a confrontarci con l’impegno chiesto dall’UE e recepito dal PNRR per fare dei porti non più divoratori di energia ma addirittura produttori. Una sfida non solo ambientalista ma anche all’equilibrio economico.
Davvero si può? Secondo Luciano Guerrieri, presidente dell’AdSP del Tirreno Settentrionale, gli scetticismi sul tema sono eccessivi. “Ci sono possibilità concrete – ci ha detto Guerrieri – per mettere in moto un mix di possibilità di produzione di energia elettrica, tanto da arrivare, in tempi non storici, ad essere autosufficienti, anche grazie al contributo dell’armamento, che sta già facendo la propria parte”.
Guerrieri parla a ragion veduta perché quando ancora era presidente dell’Autorità Portuale di Piombino aveva elaborato, con i propri tecnici, un progetto che avrebbe fornito la reale autosufficienza del porto, con 2 milioni di kw/h tra produzione eolica, fotovoltaico e ulteriori fonti integrate.
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Però il porto di Livorno ha ben altri assorbimenti di quello di Piombino dei suoi tempi, presidente Guerrieri…
“Ma ha anche altre possibilità, come spazi e come risorse – risponde Guerrieri – senza considerare che in pochi anni le fonti di energia rinnovabile hanno fatto giganteschi progressi, sia sul fotovoltaico che sull’eolico. Nell’assemblea di Assoporti di due giorni fa sono stati discussi anche questi temi e ci sono proposte di network in grado di rispondere tecnologicamente a molte di queste esigenze.”
L’esperienza livornese del “cold ironing” dovrebbe invitare alla prudenza: non ha mai funzionato…
“Anche perché non c’è stata la immediata rispondenza dell’armamento, che ha studiato altre soluzioni. Ma se i principali porti stanno lavorando anche sul “cold ironing” non possiamo considerare negativa a priori quella livornese.”
Dunque potrà essere finalmente utilizzabile?
“Probabilmente andrà aggiornata, lo abbiamo già ipotizzato. Ma se riusciremo a dotare le banchine di energia elettrica prodotta in maniera ecosostenibile e a costi accettabili, il porto sarà davvero virtuoso. Sia all’area destinata ai passeggeri – crociere e traghetti – sia in quello commerciale. Stiamo lavorando in silenzio per quella che deve essere una rivoluzione anche culturale. E sono convinto che con la collaborazione di tutte le componenti del porto, ci riusciremo”.
A.F.
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