Marina ed F-35B: le amarezze di Trenta e Treu
LIVORNO – Elisabetta Trenta, docente alla Link Campus University, già ministro della Difesa, ha fatto di recente un urticante esame dello stato della nostra Marina Militare in un panorama mediterraneo e mondiale di crescenti tensioni. Una forte Marina Militare è la migliore garanzia per il ruolo del Paese sul mare. Ma a quanto pare, a Roma non tutti sono d’accordo.
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L’analisi dell’ex ministro è venuta nel corso del passaggio di consegne a bordo di nave “Cavour” tra l’ammiraglio di squadra Paolo Treu e il parigrado Enrico Credendino al comando della squadra navale. E a sua volta Treu, che non ha mai avuto peli sulla lingua, ha denunciato la preoccupante carenza di strumenti navali italiani, denuncia che è stata prontamente “oscurata” da buona parte della grande stampa. L’ex ministro Trenta a proposito si è detta assolutamente d’accordo con le amare considerazioni dell’ammiraglio.
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Le posso riassumere, con la stessa mia personale amarezza di Treu e della Trenta.
Prima considerazione: l’Aeronautica ha “scippato” alla Marina il terzo caccia F-35B, appositamente progettato per le portaerei, diminuendo così la componente del “Cavour” malgrado il ruolo internazionale assegnato a questa nostra nave. Sia Treu sia l’ex ministro considerano sciagurata questa soluzione, che allunga i tempi di completamento del range (15 F-35B) assegnati al Cavour.
Seconda considerazione: con l’uscita della GB dalla UE, l’Europa ha solo due portaerei, una francese e l’italiana: contro un forte aumento di potenziale di altre marine nel Mediterraneo, che anche sui conflitti per la pesca si fanno valere.
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Capisco che sto scrivendo una lungaggine, ma mi sembra doveroso riportare questi brani del commento dell’ex ministro Trenta nell’occasione.
“Il mio cuore – scrive l’ex ministro della Difesa – subì un nuovo duro colpo: la cessione delle nostre ultime due fregate Fremm all’Egitto”. L’ha anche detto nel suo discorso l’ammiraglio Treu. Attenzione, “A seguito di ciò, l’Italia ora dispone di un numero totale di unità di prima linea, ossia di caccia e di fregate, inferiore persino all’Algeria, oltre che all’Egitto e alla Turchia”.
“Stiamo attenti a sottovalutare il rango dell’Italia nel Mediterraneo. Oggi la Turchia ha 26 unità di prima linea (caccia e fregate) contro 14 dell’Egitto, 15 dell’Algeria e 12 dell’Italia, mentre per quanto riguarda le corvette/pattugliatori, la Turchia ne ha 37, l’Egitto 40, l’Algeria 6 e l’Italia 10. Credo che questi dati parlino da soli. E bisogna considerare anche il sottodimensionamento della marina in termine di Personale. È ora di capire che l’Italia non può permettersi una Marina depotenziata, come non può permettersi il depotenziamento di nessuna delle Forze Armate. Il momento non lo permette. Le scelte siano ispirate da priorità strategiche”.
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Mi fermo, anche se l’intervento dell’ex ministro, suffragato dalle amarezze dell’ammiraglio Treu, meriterebbero paginate di grandi giornali. Dicevano i romani, che se ne intendevano: “Si vis pax para bellum”. Forse stiamo dimenticando la memoria storica.
Antonio Fulvi
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