Nodi, reti e industrie del Sud al servizio d’Europa
NAPOLI – C’è un dato di fatto che non può essere contestato: “Negli ultimi 10 anni, al netto del Covid, il PIL del Mezzogiorno ha fatto registrare un dato avvilente: – 6%. Nello stesso periodo l’Italia è cresciuta del 2,4 rispetto ad una media UE del +11.7. La sintesi di tali dati è molto semplice: Il Mezzogiorno affonda ed il Paese a stento galleggia. Su questo scenario si è poi abbattuto il Covid, con un’altra caduta verticale del PIL, più o meno omogenea nelle diverse aree del Paese, di altri 9 punti. Può la Logistica essere un Settore trainante per la ripresa, anche in chiave di coesione territoriale?”
Così Domenico De Crescenzo, coordinatore di Confetra Mezzogiorno, ha presentato gli Stati Generali della Logistica del Mezzogiorno, che si sono tenuti a Napoli martedì scorso, promossi dalle Confetra Regionali di Campania, Puglia e Sicilia e dalle Territoriali di Napoli, Bari, Palermo e Cagliari.
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In tre diverse sessioni tematiche – sulle quali torneremo nei prossimi numeri per dare loro il giusto rilievo – si è discusso di portualità e ZES, gap infrastrutturale, dialogo logistica – manifattura, Fondi Europei, PNRR. Ad introdurre le sessioni sono stati Alessandro Panaro ed Ennio Cascetta, a concluderle i presidenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato Raffaella Paita e Mauro Coltorti. Interventi anche dei presidenti delle AdSP Andrea Annunziata, Ugo Patroni Griffi, Mario Mega, della presidente di RFI Anna Masutti, di Alberto Gambescia amministratore unico di Studiare Sviluppo (MEF).
Sul PNRR, nella tavola rotonda conclusiva, i due vice presidenti di Confindustria e Confetra, Vito Grassi e Silvia Moretto, si sono confrontati con Giuseppe Catalano capo della Struttura Tecnica di missione del MIMS.
Guido Nicolini, presidente di Confetra, ha introdotto in chiusura le conclusioni della giornata affidate al vice ministro Teresa Bellanova, che ha riferito sulle iniziative del governo Draghi centrate in particolare sulle strutture logistiche del sud Italia per superare lo storico “gap” delle reti verso il nord Italia e in particolare verso l’Europa.
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