L’ammiraglio Carlone subentra a Pettorino

Nicola Carlone
ROMA – La riffa è finita; e anche questa volta l’inizio dell’estate ha coinciso con le promozioni e i cambi della guardia sia in alcune direzioni marittime, sia al comando generale delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera. La sorpresa, come si è letto nei resoconti più o meno ufficiali, è stata la scelta del ministro Giovannini che per la successione dell’ammiraglio Giovanni Pettorino al comando delle Capitanerie ha optato per l’ammiraglio Nicola Carlone, uno dei più giovani con il grado di ispettore, richiamandolo dal comando della direzione marittima della Liguria. Al suo posto a Genova è stato insediato pochi giorni fa il contrammiraglio Sergio Liardo, accolto con una breve cerimonia del cluster portuale.
L’ammiraglio Pettorino non è rimasto un giorno senza incarichi: è stato infatti designato a coprire la carica di commissario straordinario dell’AdSP di Ancona, liberando così l’ex presidente Rodolfo Giampieri a sua volta eletto all’unanimità all’inizio di giugno alla presidenza dell’Assoporti.
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Ci sono, a margine di questi movimenti, commenti e “dietrismi”. Qualcuno ha voluto sottolineare che la scelta del ministro su Carlone, militare capace e molto deciso sia pure con il pugno d’acciaio nel guanto di velluto, avrebbe segnato un ulteriore passo verso quell’autonomia che il Corpo delle Capitanerie da tempo va rivendicando nei confronti della sorella maggiore, la Marina Militare. La quale Marina a sua volta non gradisce molto – a quanto si dice – il crescere delle unità navali della Guardia Costiera per le operazioni nella “blue water”. Per pareggiare i conti non rimane che ricordare l’ostilità dell’altra Forza Armata nazionale, l’Aviazione, verso la componente aerea della Marina con la recente “promozione di nave Cavour” a piattaforma per gli F35B, ultimo grido in fatto di caccia da superiorità aerea.
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