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Caccia aperta dei sub militari alle “reti fantasma” sui fondali

LIVORNO – Anche davanti alla costa labronica, così come su tutta la fascia costiera nazionale, ha preso il via l’operazione “Reti fantasma” a cura della Guardia Costiera. I nuclei subacquei sono impegnati per tutto il periodo estivo nel recupero delle reti da pesca abbandonate o finite accidentalmente lungo i fondali marini.

Un’operazione che raccoglie l’apprezzamento dell’assessore all’Ambiente del Comune Giovanna Cepparello, perché fortemente in linea con l’ordinanza “plastic free” del Comune di Livorno, tesa a vietare l’uso di bicchieri e piatti di plastica monouso anche su spiagge e scogliere. Le reti sono infatti costituite principalmente da plastiche, fibre in nylon, piombi e sugheri. Un insieme di materiali particolarmente resistenti che, se lasciati in mare, diventano rifiuti che “pescano” passivamente diventando muri invalicabili per i pesci e i mammiferi marini così come un pericolo per la sicurezza di sub e bagnanti.

Un’attività che si preannuncia particolarmente impegnativa, visto che lo scorso anno ne sono state rimosse oltre 7 tonnellate pari a circa, per fare un esempio, 240mila bottigliette di plastica.

Tra l’altro con il passare del tempo i materiali in plastica si disgregano dalla composizione originaria. Le cosiddette microplastiche che ne derivano sono facilmente ingerite da mammiferi marini, pesci, tartarughe, uccelli e assorbite dalla flora marina con conseguenze negative sulla vita degli stessi organismi, per l’habitat circostante e, potenzialmente, per la salute dell’uomo.

“La nostra città – commenta Giovanna Cepparello – è particolarmente sensibile e attenta alle problematiche che interessano la tutela della costa. Registriamo un interesse ed una partecipazione straordinaria, sia da parte del mondo delle istituzioni che da quello del volontariato, nel proporre, organizzare e partecipare ad iniziative che hanno l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e sensibilizzare la cittadinanza ad agire adottando comportamenti corretti e responsabili soprattutto nella gestione quotidiana dei rifiuti che ognuno di noi produce”.

Si ricorda appunto che a Livorno è in vigore l’ordinanza comunale “plastic free” che vieta l’utilizzo di bicchieri, contenitori, mescolatori per bevande, aste a sostegno di palloncini, cannucce e stoviglie, quali posate, forchette, coltelli, cucchiai, bacchette e piatti, in plastica monouso, nei parchi, nelle aree protette, nelle spiagge, sulla scogliera e negli stabilimenti balneari.

È previsto anche il divieto di usare la plastica durante gli eventi sportivi e nell’ambito delle manifestazioni fieristiche, sagre, fiere mercato, e di comunicazione, organizzate, patrocinate o finanziate, anche in parte, dal Comune. Chi non rispetta l’ordinanza può incorrere in sanzioni che vanno da un importo di 25 a 500.

“Il percorso che abbiamo avviato con l’introduzione di quest’ordinanza – aggiunge Cepparello – è irrinunciabile. La nostra battaglia contro l’uso indiscriminato degli oggetti in plastica, soprattutto quelli monouso, è solo all’inizio. Ci conforta e stimola ulteriormente la partecipazione attiva di numerose associazioni ambientaliste e di cittadini volontari che, con il supporto di AAMPS, ci affiancano nelle operazioni di pulizia straordinaria del litorale così come nelle attività di educazione ambientale rivolte a tutti livornesi”.

Pubblicato il
30 Giugno 2021
Ultima modifica
1 Luglio 2021 - ora: 13:29

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