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Nicolini No criminalizzare la logistica

Guido Nicolini

ROMA – “Trovo insopportabile che, ogni volta che si voglia parlare di Logistica e lavoro, si debba affrontare anzitutto il tema “legalità” quasi come se l’intero settore fosse caratterizzato da illegalità e soprusi”. È quanto ha dichiarato il presidente di Confetra Guido Nicolini a proposito degli incidenti dei giorni scorsi.

(N.d.R. – Incidenti amari e forse evitabili, ma non certo da imputare a un settore che, nell’ambito all’operatività, ha saputo adeguarsi alle più stringenti normative anche con notevoli sacrifici. Ma dove ci sono uomini e mezzi meccanici, il rischio è sempre esistito ed esiste).

“Non si considera mai che il nostro CCNL – ha detto ancora Nicolini – si applica a circa un milione di lavoratori, ed è il secondo più grande CCNL privato d’Italia dopo quello del Commercio. Tra l’altro l’unico CCNL privato firmato da tutte le Confederazioni Datoriali e Sindacali, e classificato dal CNEL tra i contratti leader. Siamo gli unici che, già da 3 anni, hanno normato e regolamentato nel proprio Contratto, ad esempio, la figura dei rider prevedendo tutele, salario minimo, rapporto di lavoro trasparente. La stragrande maggioranza delle imprese applica il nostro CCNL, altrimenti non coprirebbe un milione di lavoratori, e non ha problemi di sorta” ha sottolineato ancora Nicolini.

“La Legge, poi, prevede la possibilità di servirsi anche di fornitori e partner esterni attraverso due strumenti, e codifica quindi l’appalto di servizio per la gestione dei magazzini ed il contratto di trasporto per le consegne. Anche qui, chi rispetta la legge non ha mai avuto problemi. Chi sta fuori da questo perimetro e da questo quadro di regole, invece, è giusto ed auspicabile che venga perseguito per reati civili, fiscali o penali. Tra l’altro chi si pone fuori dalle regole fa anche un danno al mercato, inquina la concorrenza, indebolisce il CCNL di riferimento. Ma parlare solo di questo ultimo aspetto, ignorando tutto il resto, è davvero fuorviante e fa passare il messaggio subliminare che, nella Logistica, le dinamiche che regolano il lavoro siano strutturalmente marce. Questo è un approccio inaccettabile per chi rappresenta il Settore”.

“Quando sono stati scoperti centinaia di casi di fenomeni di indegno caporalato o sfruttamento in ambito tessile, agricolo o nei cantieri edili – ha sottolineato il presidente di Confetra – nessuno si è mai sognato di identificare ciò con l’intera industria del fashion e del Made in Italy, o con l’intera produzione agricola e vitivinicola dell’industria del Food, o con la grande tradizione delle imprese di costruzione italiane. Non capisco perché solo nel nostro ambito – ribadisce il presidente Confetra – ci si debba prestare a questa impropria sovrapposizione tra casi patologici da condannare e intero settore.

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Ed anche qui, eviterei di partecipare alla vulgata che tutto mischia e tutto confonde. Gli scontri di Lodi sono maturati contro il processo di internalizzazione che una nota azienda del settore sta conducendo. Ma non dovrebbe proprio questo essere uno degli obiettivi dei lavoratori? È chiaro che sotto c’è qualcosa di torbido, e c’entra ben poco il tema sindacale. Gli altri incidenti sono invece avvenuti alla Lidl, ed è questione lavoristica che attiene alle regole della GDO: altro settore, altro CCNL, altre dinamiche, altre regole”.

In chiusura, Nicolini ha commentato: “sono dieci anni che Confetra si batte per un tavolo permanente sulla legalità nel lavoro, proprio per coinvolgere le Istituzioni in una più stringente strategia di prevenzione e repressione dei fenomeni di malaffare, ed a tutela della stragrande maggioranza di imprese sane. Abbiamo avanzato proposte tecniche volte a rendere più affidabile e certificabile le selezioni delle società appaltatrici, modello White List presso le Prefetture come già avviene per il Settore Edile. Abbiamo chiesto alle Istituzioni norme più severe nel perseguire le cooperative spurie, introducendo i vincoli dell’anzianità e delle soglie minime di fatturato, e di rendere più incisivi i controlli.

“Non abbiamo mai messo in discussione il principio giuridico della “culpa in vigilando”, ma abbiamo chiesto strumenti per poter fare effettivi accertamenti accedendo rapidamente ad atti ed informazioni sui potenziali partner…sennò c’è poco da vigilare. Collaboriamo con le prefetture di mezza Italia, da Milano a Bologna e Piacenza, e siamo parte attiva di tutti i Protocolli per la legalità fino ad ora promossi sui territori dal Viminale. Siamo una grande e seria Organizzazione che da anni cerca di fare la sua parte, con metodo, proposte e rigore, sul tema”.

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Pubblicato il
26 Giugno 2021

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