Ambiente e vecchie carrette
Il lettore Leonardo Costagliola, in merito ai programmi mondiali “carbon free” e alle vecchie carrette a carbone che ancora navigano, ci risponde al nostro commento del numero scorso (in sostanza: il mondo “carbon free” è impegnativo, le leggi parlano di obiettivo entro il 2050, molti sforzi sono in atto anche da parte degli armatori più sensibili ma occorre tempo e forse ce la faremo):
Lo spero; ma finché daranno possibilità a queste “carrette” del mare (addirittura alimentate a carbone, n.d.r.) di navigare portando merci in ogni dove, la vedo dura. Un cambiamento epocale potrà esserci tra 20/30 anni.
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Caro amico, le sue logiche preoccupazioni sono di tutti coloro che considerano il pessimismo come il vedere la realtà e non come vorremmo che le cose fossero. Però dobbiamo anche prendere atto dei progressi della tecnologia e – non ultimi – gli stimoli economici, che in questo mondo ormai contano assai più dell’etica.
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Sul piano dell’economia globale, i carburanti fossili (carbone, petrolio e in parte anche gas) stanno andando fuori mercato rispetto ad altri carburanti, come il metano naturale, l’idrogeno e specialmente (sono in corso esperimenti molto convincenti) l’ammoniaca. Di recente Emanuel Grimaldi, che con il suo gruppo è all’avanguardia nell’utilizzazione di carburanti alternativi (si ricordi le recentissime ro/ro “Eco”) ha dichiarato che oggi il carburante navale tradizionale costa più degli equipaggi. Chiaro dunque che c’è anche lo stimolo economico ad andare verso un mare “carbon free” in tempi non biblici.
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