La Toscana: sulla portualità “non cale”

Luciano Guerrieri
LIVORNO – Dicono i saggi che prima di esprimere un giudizio negativo su qualcuno bisogna contare almeno fino a dieci. Personalmente ho contato fino a cento: anzi, cento moltiplicato cento. Ma che a più d’un mese dalla nomina del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale livornese la Regione Toscana non abbia ancora designato il proprio rappresentante nel Comitato di Gestione come lo giudicate voi?
Il presidente Guerrieri è palesemente in imbarazzo. Risulta che abbia anche sollecitato, con il rispetto istituzionale che lo contraddistingue: ma da Firenze continua il fragoroso silenzio. Se ne fregano? Non sanno che pesci prendere? Eppure non è certo un evento improvviso quello del cambio della guardia e del nuovo comitato. Né è stata una sorpresa il disimpegno del precedente rappresentante della Regione, l’ingegner Campana: aveva preannunciato il proprio “niet” già prima ancora del cambio della guardia.
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Morale: il primo Comitato Portuale del neo-presidente Guerrieri è stato monco, senza la Regione: la legge lo consente, ma certo non è un bel segnale da parte di una Regione Toscana che ogni tanto ci riempie la testa di grandi progetti di rilancio e potenziamento dell’economia costiera. In “Maledetti toscani”, libro che andrebbe ogni tanto riletto, il pratese Curzio Malaparte diceva dei fiorentini che sono bravi a sciacquare i panni (metaforici) in Arno, ma oltre alle chiacchiere forbite c’era parecchio vuoto. Sono passati più di cinquant’anni, ma il “non cale” rimane un vizietto…
Antonio Fulvi
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