Blocco Suez: chi paga e chi rischia

MILANO – Fabrizio Frisoli dal 1993 si occupa di assicurazioni e logistica, prima nell’azienda di famiglia per passare nel 2001 ad un broker multinazionale e infine dal 2009 inizia e consolida il suo percorso come assicuratore Marine, creando prodotti rivolti all’industria logistica.

Nel gennaio 2021, insieme ad altri professionisti del settore (Ezio Capozucca, Mauro Colombini e Stefano Bruschetta) costituisce AssiLog, il broker tutto italiano dedicato esclusivamente alla logistica, completamente indipendente che si rivolge sia a PMI che a grandi Gruppi del settore trasporti. Gli abbiamo chiesto un’analisi sui costi presunti del blocco di Suez. Ecco il suo elaborato.

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“Incredibile, a volte succede l’inimmaginabile, questo evento scriverà la storia”. Il blocco del Canale di Suez per l’incaglio della Ever Given, ha fatto subito presagire la portata straordinaria del sinistro. Noi addetti ai lavori abbiamo subito compreso che la componente economica non sarebbe stata l’unica ad accompagnarci, ma che tutto il sistema di supply chain a causa dell’emergere di “colli di bottiglia” nell’approvvigionamento globale avrebbe fatto nascere considerazioni di più ampio respiro.

Da Broker di Assicurazioni mi soffermo principalmente sull’aspetto economico che tutti gli attori saranno chiamati ad affrontare: vale a dire le spese di salvataggio, le spese da sostenersi al porto di rifugio, i danni materiali a nave e merce ovvero tutte componenti dell’Avaria Generale dichiarata dal comandante della “Ever Given” che, nave/nolo/carico saranno chiamati a pagare proporzionalmente.

Mentre per la parte armatoriale ci saranno le coperture assicurative, per la parte merci c’è da sperare che tutti i containers siano assicurati altrimenti, i “cargo owners” saranno chiamati a versare “cash” il contributo di avaria richiesto. Saranno chiamati a pagare questi danni: l’assicuratore Corpi & Macchina della Nave e l’assicuratore Merci Trasportate del carico a bordo.

Ma nel mondo reale, capita che lo “Shipper/Consignee” indicato in polizza di carico possano essere degli spedizionieri, specialmente in spedizioni di groupage. In tal caso non invidio coloro che si trovassero nella malaugurata ipotesi in cui il proprietario delle merci non era assicurato e pertanto lo spedizioniere risulta essere il primo soggetto a cui viene chiesta la garanzia o il pagamento del dovuto per il rilascio della merce.

Fortunatamente l’assicuratore merci che garantisce la responsabilità dello spedizioniere generalmente copre “I contributi incombenti al carico in caso di Avaria Generale e/o compenso, spese di salvataggio sopravvenuti nel trasporto marittimo”, ma purtroppo in tanti anni di attività posso testimoniare una certa resilienza della categoria “forte” della presunta rivalsa verso il terzo sub-vettore o effettivo autore del danno che nello specifico non trova applicazione. Finora si è parlato di soli danni materiali e diretti nonché spese in concorso di Avaria Generale senza considerare i danni consequenziali o da interruzione di attività – basti pensare al solo ritardo nella ricezione della merce o eventuali penali contrattuali che, salvo eccezioni, non sono contemplati nei contratti di trasporto analogamente alle convenzioni internazionali che regolamentano il trasporto e tantomeno vengono assicurati da polizze standard.

Non ultimo l’assicuratore P&I della nave sarà chiamato a far fronte alle varie richieste di risarcimento che il Canale di Suez e le oltre 400 navi rimaste in attesa di imboccare il Canale presenteranno.

Ricapitolando quindi sono molteplici i soggetti: armatori, noleggiatori, operatori che hanno effettuato il salvataggio, assicuratori corpo e macchine e P&I, proprietari del carico ed operatori logistici che direttamente o indirettamente saranno coinvolti o comunque chiamati a compartecipare ad un sinistro a forte impatto economico.

Da operatore del mercato assicurativo devo sottolineare che una copertura merci trasportate è facilmente reperibile: direttamente sul mercato o per tramite degli operatori logistici.

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