Assiterminal e Assologistica contro MIMS
ROMA – Ancora una volta, la burocrazia statale ed europea sembra ignorare gli impegni della politica sugli alleggerimenti fiscali relativi alla pandemia. Assiterminal e Assologistica, che insieme rappresentano quasi il 90% dei Port & Terminal Operators, stigmatizzano in un’istanza formalizzata al MIMS, la parziale e frammentata applicazione della misura normativa ottenuta nel 2020 che prevedeva, per lo stesso anno, di ottenere dalle AdSP, la riduzione dell’importo del canone concessorio a fronte di una riduzione di fatturato superiore al 20%; stigmatizzano anche il ritardo (pure degli uffici della Commissione Europea) nel rendere disponibili le risorse economiche del fondo istituito in legge finanziaria a favore dei terminal passeggeri (anche questo richiesto e ottenuto per cercare di far fronte agli impatti della pandemia nel 2020).
L’appello al MIMS – sottolinea una nota delle due associazioni – è conseguente alla diversa esecuzione che alcune AdSP hanno dato alla previsione contenuta nell’art. 199 dl 34/20 anche alla luce del successivo dm attuativo, contestando inoltre la previsione della Conferenza dei presidenti dello scorso novembre, di un’ulteriore “franchigia” del 20% (da intendersi quale alea nell’esercizio dell’attività imprenditoriale … nel corso di una pandemia ??) che rende ancora più attenuata una forma di ristoro già contenuta nella sua potenziale efficacia.
Sembra paradossale – continua la nota delle associazioni – che a 4 mesi dall’inizio del 2021 (che peraltro stà riproponendo impatti devastanti sul settore crocieristico alla pari dell’anno appena concluso e volumi di traffico che faticano a tornare accettabili per l’equilibrio economico-finanziario anche degli altri operatori) si debba ancora discutere su questi temi invece di concentrarsi sul contingente e sulle prospettive, così come è inconcepibile che alcune aziende con fatturati in “rosso scuro” (alla pari di altri comparti produttivi) non abbiano ancora dati certi sui ristori spettanti per chiudere in qualche modo i loro bilanci: ma è così!
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L’obiettivo delle due associazioni è chiaro: si vorrebbe evitare che le aziende maggiormente in difficoltà avviino una stagione di ricorsi in un contesto che vorrebbe e dovrebbe invece raccogliere le energie e concentrare le sinergie degli operatori (che, è non è pleonastico ricordare, sono e costituiscono l’asset produttivo dei porti) per ripartire, insieme alle rispettive AdSP, in un’ottica di dialogo e partnership quale presupposto e condizione per efficientare un vero Sistema della portualità.
“Di fronte alle sfide attuative del PNRR e di una auspicabile stagione di riforme – scrivono ancora – di cui anche noi siamo promotori (con una serie di proposte che continuiamo a promuovere e dettagliare dalla scorsa estate) è necessario superare questa fase: chiediamo quindi al Ministero di agire, sulla base delle proprie prerogative, per aiutarci a chiudere i temi del 2020, garantendo semplicemente uniforme e esaustiva applicazione nonché esigibilità di quanto previsto dalle norme. Per rafforzare le nostre istanze confidiamo infine che nella conversione del DL sostegni vengano accolti i nostri emendamenti che ripropongono anche sul 2021 le soluzioni e alcuni strumenti normativi individuati per il 2020, magari, a questo giro, senza incagli!!
Assiterminal, con il direttore Ferrari, confida inoltre – conclude la nota – “in una rapida soluzione delle vicende di Moby e Tirrenia – CIN (compagnie armatatoriali che fanno capo alla famiglia Onorato) che possa preservare, valorizzandolo, sia il patrimonio professionale dei tanti lavoratori marittimi interessati che quello degli operatori portuali e terminalistici delle Autostrade del Mare, che già devono affrontare da più di un anno il contingente e prospettico dramma delle conseguenze pandemiche sui traffici passeggeri”.
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