Quel piccolo MOSE sul Tamigi
Un lettore che si presenta come studente fuori corso di ingegneria all’Università di Pisa, Franco Rosmini, ci scrive:
Ho seguito anche per motivi di studio la lunga nascita del sistema di dighe mobili M.O.S.E. di Venezia, con tutte le complicazioni, le inchieste ma anche finalmente con il suo positivo collaudo. Tutto bene. Però ho anche avuto modo di vedere alcune pubblicazioni professionali su un sistema di sbarramento anti-acque alte realizzato dagli inglesi sul Tamigi, a valle di Londra, secondo un principio talmente diverso. Va bene che si è trattato di proteggere l’interno di un fiume, anche se largo, e non di una laguna. Ma le chiuse del Tamigi consentono ugualmente il passaggio di navi non piccole e sembra che siano concettualmente meccanicamente più semplici. O sbaglio qualcosa?
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In una veloce ricerca su Google abbiamo trovato il disegno, che pubblichiamo, sulle chiuse di cui lei ci scrive. Non ci sembra – ma non siamo tecnici del settore – che potessero essere replicate alle bocche della laguna di Venezia, se non costruendo una serie di piloni nei passaggi tra isola ed isola, sui quali poi far ruotare le “mezzelune” del sistema inglese. Inoltre la rotazione del suddetto sistema avviene per forza motrice, mentre le paratie del MOSE si sollevano o si abbassano semplicemente pompandovi dentro aria o l’acqua della laguna stessa. Paragoni e valutazioni? Si tratta di interventi su due realtà totalmente diverse, con obiettivi e soluzioni totalmente non confrontabili. Non ci sentiamo di dire oltre.
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