Transazione ecologica e cozze
LIVORNO – Qualcuno non ci credeva fino a riprova ufficiale. Ovvero: un campione su sei delle cozze (mytilus galloprovincialis) pescate nell’area dove dovrà sorgere la Darsena Europa ha rivelato tracce di inquinanti a base di benzene, dunque il Ministero dell’Ambiente – pardon, della Transizione Ecologica come si chiama ora – ha bloccato l’attesa conferenza dei servizi per dare il via ufficiale alla gara.
Ora, secondo tutti, si sa che le cozze sono organismi filtranti. Si sa anche che all’ingresso di un porto commerciale e industriale nel quale transitano migliaia di navi l’acqua non può essere certo vergine come quella di fonte. E si sa anche che nell’area della futura Darsena Europa scaricano sia lo Scolmatore dell’Arno, sia il Canale dei Navicelli: entrambi portatori non di acqua minerale ma di tanti inquinanti raccolti dai conferimenti delle campagne, dei cantieri e cantierini nonché della navigazione per la base USA di Camp Darby. Vogliamo aggiungere le raffinerie all’interno del porto, i conferimenti nelle vasche di colmata, il sorvolo a bassissima quota degli aerei da e per l’aeroporto di San Giusto (e si sa che l’inquinamento da motori jet non è certo un dettaglio). Insomma, malgrado al Calambrone siano autorizzati anche gli stabilimenti balneari – nessuna autorità di controllo li ha mai vietati – non siamo in una distilleria o in una fonte di montagna. realisticamente parlando, dobbiamo prenderne atto.
[hidepost]
In questo quadro, il Ministero della Transizione Ecologica sta creando un danno enorme ritardando la gara per un’opera che è già in ritardo sui tempi e che ha in stand-by stanziamenti pubblici per 550 milioni di euro, certificati anche da un recente articolo sul Sole-24Ore a firma di Silvia Pieraccini. Dovranno essere ripescate altre cozze, fatte altre analisi, perso altro tempo. Il neo-presidente dell’AdSP Luciano Guerrieri si dice convinto che supereremo il problema e non ci saranno ritardi. L’uomo è ragionevole, conosce la macchina burocratica, vogliamo credergli. Ma francamente, girano le scatole a mille.
A.F.
[/hidepost]