Manifatture italiane, ora è quasi boom
MILANO – Se siete a caccia di buone notizie, eccovene una. L’indice PMI calcolato dagli specialisti di Ihs Markit e riportato dai giornali economici più accreditati, è aumentato a febbraio con un balzo che ha superato i livelli pre-Covid del 2018, posizionandosi addirittura oltre le previsioni più positive degli analisti.
L’indice PMI fornisce in una sola cifra – in questo caso la cifra di febbraio è 59,6 punti – il quadro delle condizioni generali del settore manifatturiero, quindi delle piccole e medie imprese in particolare. Secondo l’esperto economico Ihs Markit, “a febbraio il settore manifatturiero dell’Italia ha registrato forti risultati che si aggiungono a una ripresa di gennaio. La crescita della produzione e degli ordinativi è stata la maggiore degli ultimi tre anni. Si presume che l’andamento sarà ancora in miglioramento per tutto l’anno in corso”.
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Ottimismo esagerato? Si registra anche un leggero riassetto del costo del greggio e anche il costo del trasporto, specialmente quello via mare, sembra aver invertito la tendenza dopo i picchi raggiunti nei mesi scorsi. È ripresa anche la dinamica dei servizi, sia pur con prudenza.
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Fin qui siamo sul positivo. Certo, una terza ondata del Covid-19 non aiuterebbe se dovesse confermarsi come stanno indicando i dati di questi giorni. Ma quello che tutto il settore delle PMI ritiene indispensabile è che il Governo dia una sforbiciata – anzi, una rasata a zero – all’asfissiante burocrazia statale e delle istituzioni locali su tutto ciò che riguarda investimenti e lavoro. Di recente è stato purtroppo confermato che le tasse rimangono alte, anzi nel 2020 sono ancora cresciute. I palliativi e le chiacchiere servono a poco, se non si interviene alla radice, aiutando gli imprenditori a fare impresa invece di farli impazzire con tonnellate di moduli e cartacce superflue.
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