MILANO – A un anno di distanza, cosa insegna la crisi pandemica dal punto di vista industriale e logistico? I due punti più evidenti sono l’aumento del peso dello Stato (e del relativo debito) e la resilienza che è diventata un requisito di ogni attività economica, sia essa industriale, commerciale o logistica. Ma gli effetti, e le relative lezioni, non si fermano qui. Lunedì 8 marzo si terrà, per tre giorni fino al 10, l’edizione on-line di Shipping Forwarding&Logistics meet Industry proprio sui temi legati agli effetti della pandemia sulla logistica.
L’aumento del prezzo dei noli marittimi e la scarsa disponibilità di container – dice la presentazione dell’evento – sono forse un fenomeno passeggero ma ha messo in luce che la logistica è un fattore della produzione. In alcuni settori è in atto l’accorciamento e la ristrutturazione delle catene di fornitura, con diverse sfumature, dal reshoring alla diversificazione produttiva nei singoli mercati di riferimento.
Inoltre, gli impedimenti al libero movimento delle persone ha portato ad un’espansione rapida delle diverse forme di commercio basato sul delivery touchless a discapito di quelle basate sulla distribuzione in luoghi fisici. Il pericolo paventato la scorsa primavera dal settimanale The Economist di una persistente “economia al 90%” si è avverato, in alcuni casi più vicino all’80%.
Interi settori economici sono in una crisi da cui non si vede sbocco e che tracima in altri settori, apparentemente non collegati. Questo ha ripercussioni dirette su tutti gli ambiti della logistica, e spinge a chiedersi: da crisi congiunturale siamo ormai ad un ridimensionamento e ristrutturazione del sistema economico? Come prepararsi? Da qui l’edizione del dibattito dall’8 al 10 marzo.