Il MIT sulla logistica urbana d’oggi
ROMA – La logistica urbana in una visione allargata. È il (ponderoso) testo di un documento predisposto congiuntamente dalla Struttura Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da ANCI, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, che intende essere un primo ma fondamentale passo volto a comprendere meglio le sfide che i decisori politici (centrali e locali) debbono affrontare nella elaborazione quotidiana di politiche di mobilità sostenibile in ambito urbano.
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Si tratta di offrire una sorta di orientamento al tema della logistica urbana e soprattutto un approccio olistico alla definizione delle relative politiche. Vi sono identificate, indicate e descritte le misure e le azioni più idonee per vincere le sfide sopra descritte, mitigando al contempo le preoccupazioni degli operatori del settore in relazione allo sviluppo di una logistica urbana integrata e resiliente a partire dalle nostre città, rendendole un volano per l’economia del nostro Paese. In tal senso, i Comuni e le Città Metropolitane stanno lavorando alla redazione dei rispettivi Piani Urbani della Mobilità sostenibile, i cui la movimentazione delle merci assume un ruolo fondamentale nel governare processi, attori e territorio in chiave ambientale e urbanistica.
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È ormai indifferibile – sostiene il documento del MIT e dell’ANCI – promuovere ed attuare un processo di completa digitalizzazione del settore della logistica ed a maggior ragione di quello dell’ultimo miglio e della logistica urbana più in generale. L’obiettivo è quello di rendere le attività di logistica urbana conto proprio e conto terzi sempre più efficienti riducendo le procedure amministrative ed al contempo consentendo alle autorità locali di conoscere e coordinare al meglio le esigenze dell’ecosistema urbano. Il primo step è quello dell’armonizzazione e della smaterializzazione di tutte le procedure di accreditamento dei veicoli e degli autisti che possono svolgere attività logistiche sia all’interno di aree controllate (es. ZTL, Aree Ambientali, etc.) sia più in generale in ambito urbano e metropolitano. Si tratta di utilizzare un’interfaccia unica per l’inserimento dei dati del veicolo interfacciandosi con la banca dati della motorizzazione per verificare rispetto e validità attributi del mezzo (come revisioni, certificato assicurativo valido, etc.), con il Ministero dell’Interno per idoneità del conducente del mezzo (es. carichi penali, sospensione patente, etc.) e per idoneità azienda richiedente (es. antimafia) e con la Camera di Commercio e Albo Autotrasporto per validità requisiti azienda richiedente (es. iscrizione attiva). Il soggetto richiedente potrebbe quindi inoltrare la propria richiesta standard comunicando il numero di targa del mezzo (i cui dati specifici sono immediatamente recuperabili da banca dati Motorizzazione) ed automaticamente avrebbe la lista di Comuni e di Zone specifiche nei comuni nei quali potrebbe svolgere il suo lavoro. Le specifiche ordinanze e le eventuali restrizioni/requisiti saranno desunti dalle ordinanze stesse.
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È necessario dare valore al servizio differenziando le modalità di consegna (48 ore, 24 ore, in giornata, instant delivery) associando ad ognuna di esse non solo livelli di tariffa diversi (come fra il servizio offerto da un taxi o da un bus) ma anche il costo in termini di emissioni complessive consentendo in tal modo agli operatori del settore di avviare una competizione virtuosa sul livello del servizio offerto ai clienti (es. app di tracciamento della spedizione, alert per consegna, etc.) ed ai merchant (es. integrazione con ERP aziendale, profilazione preferenze cliente, etc.) e non più sul prezzo più basso offerto (causa di concorrenza sleale, evasione fiscale, contributiva, amministrativa, etc.). Tale campagna di comunicazione andrebbe convenientemente estesa anche ai percorsi formativi delle scuole a partire dalla scuola media in modo da attrarre sempre più giovani verso un settore in rapida trasformazione che avrà sempre più necessità di figure professionali qualificate e sempre meno di semplici muscoli.
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Nella post-fazione – scrive Massimo Marciani, presidente del Freight Leader Council – la pandemia di Covid-19 ha messo tutte le filiere logistiche del mondo di fronte alle necessità di attuare il distanziamento sociale limitando se non addirittura impedendo ogni interazione diretta fra gli addetti del settore. Il lockdown ha consolidato l’andamento esponenziale del commercio online. Nei primi tre mesi dell’anno 2020 l’home delivery è cresciuto del 162,1% e in concomitanza con le prime misure di lockdown (da metà febbraio) la tendenza ha subito una sostanziale accelerazione e le principali piattaforme di vendita online hanno almeno raddoppiato i tempi di consegna per sopperire ai picchi di domanda. Con oltre 31 miliardi di beni e servizi acquistati sul web nel 2019, l’Italia aveva già fatto registrare una crescita dell’e-commerce del 15,6% ed il Covid-19 ha dato un ulteriore impulso a questa tendenza con 1,3 milioni di nuovi consumatori che nel periodo del lockdown hanno iniziato per la prima volta ad utilizzare le piattaforme di acquisto digitale. Da qui l’esigenza di predisporre il delivery alla nuova realtà.