La portaerei “Cavour” in USA per collaudo dei caccia F-35
ROMA – Quasi di soppiatto – sostengono gli osservatori specializzati in campo militare – la portaerei italiana “Cavour” è arrivata negli USA per verificare la compatibilità del suo ponte di volo e delle sue strutture tecnologiche all’imbarco della quinta generazione degli aerei Lockeed M. F-35 a decollo corto ed atterraggio verticale. Sono il non plus ultra dei raffinati e costosissimi aerei sui quali è stata innescata anche una polemica per l’opportunità dell’ordine dell’Italia: e successivamente un sordo scontro tra Aeronautica e Marina sull’opportunità di quest’ultima di avere gli F-35 della versione B: con l’Aeronautica decisa a tenere tutti gli esemplari ordinati (e più volte ridotti di numero) per sè.
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Pare comunque che la Marina questa volta l’abbia spuntata e il collaudo del “Cavour” lo conferma. Del resto anche il capo di stato maggiore della Marina ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, nel partecipare di recente all’incontro annuale con le forze armate navali Usa sulla pianificazione, ha riconfermato che l’Italia sta facendo la sua parte nel quadro delle alleanze internazionali. Stesso impegno nel forum di Ginevra sugli impegni militari focalizzati in Mediterraneo, dove la minaccia concreta di una espansione della Turchia in aiuto della Libia della LNA (Libic National Army) sta sviluppandosi nell’impotenza dell’Europa mediterranea, come ha dimostrato la recente mortificazione subìta dall’Italia nel sequestro e relativo “pagamento” della liberazione dei pescatori libici. Per molti italiani, il rientro in Italia dei due pescherecci e dei loro equipaggi, scortati da una fregata italiana ha rappresentato un ulteriore scorno, proprio per l’inutile scorta della nave da guerra italiana in un quadro di manifesta impotenza contro le prepotenze libiche.
A.F.
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