Microtunnel ok ma quei dragaggi…
LIVORNO – La notizia è finalmente in positivo: il pozzo del “microtunnel” sul Magnale, quello che per le perdite d’acqua aveva fermato i lavori da oltre un anno, è stato collaudato e tiene. La prima iniezione di cemento ad alta pressione, che rappresenta la nuova tecnica, è stata fatta e sembra rispondere bene. Siamo all’inizio perché ne occorreranno – avverte la AdSP livornese – quasi altre duecento. Ci vorranno tre mesi e poi un altro mese e mezzo perché il cemento “maturi”. Poi si scenderà a 28 metri per la platea armata, da dove la talpa meccanica scaverà il tunnel di 3 metri di diametro e 234 metri di lunghezza per ospitare a 20 metri di profondità i cavi di attraversamento della strettoia del Marzocco. L’obiettivo è di completare l’opera a metà 2022. Poi si resecherà la banchina dalla parte della torre per allargare il canale dagli attuali 97 metri a 120 e per ottenere un fondale al centro di 16 metri e ai lati di almeno 13. Per gli ottimisti, per la primavera del 2023 potranno entrare nel canale fino alla Darsena Toscana le navi più grandi. Tanti ritardi, ma un po’ d’ottimismo ci fa proprio comodo.
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Mi dispiace un po’, invece, per l’altra notizia che riguarda il dragaggio in corso di completamento alla calata Orlando. A differenza della prima, questa non è ufficiale, ma viene da chi conosce il porto e giornalmente ci vive. Fatto sta che la draga-betta “Fabio Due” impiegata con la sua benna per rimuovere i mammellonati di fango addossati alla calata, una volta fatto il pieno dei suddetti fanghi li va a scaricare cento metri più in là, sempre dentro l’avamposto. Sembra che sia stato scelto questo sistema, invece del più ovvio (ed auspicabile) conferirli nella nostra vasca di colmata, perché il movimento della metta era più veloce e si poteva far prima, viste le urgenze di attracco in calata. Ma togliere i fanghi dentro il porto per riscaricarli in porto, è davvero una procedura valida? A me sembra un assurdo, ma io sono soltanto un cronista…
A.F.