“Presidentiadi”: chi entra, chi rimane e chi uscirebbe
LIVORNO – Con la costante premessa che guardiamo le cose dalla periferia del potere – i tempi di Livorno primo porto del Mediterraneo sono da tempo finiti – le Olimpiadi del cambio di presidenti nelle AdSP continuano ad essere uno dei temi anche per noi. Le notizie ufficiali sono poche. In compenso c’è da pescare quanto si vuole nel gossip, con la consapevolezza che, al contrario del proverbio, questo bel gioco non durerà poco.
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Riassumendo: sono sistemate con le relative designazioni le AdSP di Trieste (D’Agostino), Genova (Signorini), La Spezia (Sommariva) e Civitavecchia (Musolino). Palermo non è toccabile, non scade (Monti). Del centro e basso Adriatico si sa ancora poco, perché i giochi sono in corso con le regioni. Due AdSP sarebbero strettamente collegate nella sorte: Livorno e Gioia Tauro. Si dice infatti che se per Livorno prevalesse Guerrieri – adesso sostenuto anche dalla regione, oltre che da alcuni primari operatori locali – l’ammiraglio Agostinelli, che il ministro avrebbe preferito riportare a casa (è livornese) potrebbe rimanere a Gioia Tauro per altri quattro anni, questa volta da presidente e non più da commissario. Il territorio – o almeno la parte sana – lo vuole, MSC che sta investendo sul porto lo apprezza, il ministro anche ma l’avrebbe voluto a Livorno e avrebbe già preparato un successore, dicono nei corridoi del MIT l’ingegner Chiovelli che si occupa di ferrovie. Il gioco sarebbe tornato bene anche perché al posto di Chiovelli al ministero sarebbe rientrato da Livorno l’attuale segretario Provinciali. Ma sono tutte elucubrazioni, sia chiaro. Sempre per Livorno rimane valida ancora l’ipotesi di una conferma di Corsini, che sta spingendo a fondo l’acceleratore sulla Darsena Europa – di cui si sente legittimamente il demiurgo – ma che sconta alcuni pasticci non suoi sulla pianificazione portuale bacchettata dal TAR a più riprese. E sulla “Presidentiadi” per ora facciamo una sosta di riflessione. Ribadendo che il sistema dei sistemi portuali avrebbe forse preferito – salvo casi personali – l’ipotesi della proroga di un anno delle scadenze…
Antonio Fulvi
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