Gommone di migranti semi-affondato ma le navi più vicine li rifiutano
ROMA – Nel pomeriggio di martedì scorso un velivolo Frontex ha avvistato un gommone con decine di migranti a bordo, in area SAR di responsabilità libica, privo di motore e semiaffondato. Il comando generale delle Capitanerie italiane ha subito informata dell’avvistamento l’autorità libica responsabile per le attività di ricerca e soccorso in mare, ma quest’ultima non assumeva il coordinamento delle operazioni di soccorso dichiarando la totale indisponibilità di mezzi navali.
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Succede anche questo in quella zona di Mediterraneo che durante la seconda guerra mondiale era stata chiamata dai nostri convogli “la rotta della morte”. E i fatti d’oggi sembrano evocare quel richiamo: con in più la dimostrazione del totale disimpegno di tutti i paesi affacciati all’area, che rifiutano di intervenire lasciando le operazioni al senso civico e all’applicazione della legge del mare alla sola Italia.
La Centrale Operativa della Guardia Costiera italiana – dice il comunicato del comando generale delle Capitanerie – pur non essendo il primo Stato ad aver ricevuto la notizia dell’avvistamento del gommone semiaffondato, né responsabile dell’area SAR in cui si trovava la suddetta unità, né responsabile dell’area SAR adiacente (che risulta essere Malta), vista la gravità della situazione, si è attivata chiedendo alle unità mercantili presenti nella zona di dirigere verso il gommone in difficoltà.
Tra queste, la più vicina risultava essere Vos Aphrodite – continua la nota – un supply vessel battente bandiera Gibilterra, distante 9 miglia nautiche dal target, in servizio alla piattaforma petrolifera francese Total. L’unità, nonostante le informazioni ricevute, si rifiutava di dirigere verso la posizione indicata per effettuare il soccorso. L’Italian Maritime Rescue Coordination Centre provvedeva, quindi, a informare lo Stato di bandiera, non ricevendo però risposta.
Della presenza del gommone in fase di affondamento nei pressi della piattaforma petrolifera francese Total e del mancato intervento di soccorso del supply vessel veniva informato il Centro di Coordinamento di Soccorso francese, che rispondeva al MRCC italiano riferendo che nessuna nave di bandiera francese era coinvolta e che l’area SAR dell’evento era di competenza libica.
La Guardia Costiera italiana, persistendo il silenzio sia delle autorità maltesi che di quelle di Gibilterra, assumeva quindi il coordinamento del soccorso, inviando l’unità navale Asso 29, battente bandiera italiana in servizio alle piattaforme Eni.
Poco prima dell’alba, intorno alle 4,30 del mattino, iniziavano le operazioni di imbarco delle 84 persone presenti sul gommone, ormai quasi affondato, tra cui 6 donne e 2 bambini. L’unità Asso 29 si è quindi diretta a Lampedusa per sbarcare i migranti e fare loro i consueti controlli sanitari.
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