Ecoballe, la “rogna” affibbiata alla Marina
ROMA – Dunque, sarà la Marina Militare, con i suoi specialisti subacquei e con le sue navi d’appoggio, a risolvere il problema delle “ecoballe” che da cinque anni inquinano il Tirreno nel golfo di Follonica. Una soluzione che è stata annunciata dal neo-commissario governativo per l’emergenza, il capo della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli, subito dopo la nomina. Le operazioni – ha anche annunciato – cominceranno dopo il 15 agosto. La santificazione tutta italiana del Ferragosto dunque è salva…
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Per tutta l’operazione saranno coinvolte Capitaneria di Porto (sorveglianza e appoggio), Autorità di Sistema Portuale di Livorno, Regione Toscana e Istituto ISPRA. La Regione in particolare dovrà facilitare lo smaltimento delle “ecoballe”, che nel frattempo si è scoperto che non sono affatto inquinanti, sono solo “rifiuti speciali”. Si è anche scoperto che a oggi della quarantina di balle cadute cinque anni fa dalla nave che le portava nel Mar Nero, solo una trentina sono state individuate e segnalate: segno che la ricerca non è stata affatto facile, su fondali dai 40 ai 60 metri, anche per gli esperti sub del Varignale. Ci sono fanghi, violente correnti e dispersione di microplastiche. L’ammiraglio Aurelio Caligiore, che ha lavorato un anno tra mille difficoltà – specie burocratiche – rimane alla guida reale del team e delle operazioni. È una garanzia. E visto come vanno le cose, ce n’è bisogno.
A.F.
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