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L’ANAC: il rapporto e i danni

ROMA – L’ANAC, l’Agenzia Nazionale Anti-Corruzione, ha messo sul web una sua relazione sull’attività svolta nell’anno, e in particolare in riferimento al periodo del Covid-19. Abbiamo letto di alcune centinaia di interventi che l’ANAC orgogliosamente segnala sul piano dell’anticorruzione, mettendo anche l’accento su “alcune distorsioni sul mercato della sanità, dove si registrano aumenti dei prezzi rispetto all’epoca pre-Coronavirus, ad esempio. Abnorme lievitazione dei prezzi – scrive il rapporto – rispetto ai prezzi riconoscibili ante emergenza e forte variabilità degli stessi sul territorio nazionale; scostamento nella qualità e quantità delle forniture rispetto alle caratteristiche richieste; retrocessione dell’aggiudicatario dall’offerta, mancata stipula del contratto, mancato avvio o interruzione della fornitura; ritardi rispetto al/i termine/i di consegna; mancato possesso, da parte dell’affidatario, dei requisiti di ordine generale necessari per contrarre con la Pubblica Amministrazione”.

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L’ANAC segnala anche il crollo degli appalti. “Preoccupante per non dire critico il dato sugli appalti – scrive – che hanno fatto registrare un crollo con una perdita stimata intorno ai diciotto miliardi e mezzo. “Benché si tratta di dati ancora provvisori che devono essere consolidati, nel primo quadrimestre 2020 gli appalti sono scesi del 24% per numero e del 33% in valore, pari a 18,6 miliardi in meno. La Regione più colpita è la Lombardia (-63%, pari a una flessione di circa 10 miliardi), mentre alcune Regioni nel primo quadrimestre 2020 hanno fatto addirittura registrare dati positivi, come il Lazio (+14%, pari a 550 milioni)”.

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Ci fermiamo qui. Ma non possiamo dimenticare che almeno nel settore dei porti e della loro gestione l’ANAC ad oggi sembra aver creato più danni della grandine, sospendendo presidenti di AdSP che sono stati poi prontamente rimessi in carica dai TAR, creando scompigli, incertezze e fermi nelle gestioni, oltre ad appiccicare ad alcuni personaggi altamente stimati a livello della logistica internazionale l’angoscioso sospetto di corruzione. Certo, è stato lo stesso presidente di ANAC a rilevare che così com’è la legge, non poteva fare altrimenti. Ma sarebbe forse il caso, insieme ai dati sull’attività, di intervenire a livello di parlamento e chiedere di rendere più realistica la legge?

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
8 Luglio 2020
Ultima modifica
10 Luglio 2020 - ora: 15:10

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