Moby/Tirrenia uno “scudo” per 6 mesi
MILANO – È una lunga e sanguinosa battaglia, in corso ormai da mesi dopo i “rumors” anche precedenti: ma ancora una volta Vincenzo Onorato e il suo gruppo armatoriale – Moby Lines e Tirrenia CIN – hanno sparato in difesa una buona cartuccia permessa dalla legge: una “istanza di prenotativa” in base all’art. 161 della legge sui fallimenti che di fatto ha creato una corazza di sei mesi contro ogni tentativo di portarlo in tribunale. Dove peraltro già la sezione civile della corte di Milano aveva respinto una istanza precedente presentata dai detentori dei bond da 300 milioni con scadenza tra tre anni.
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Sei mesi di tregua dunque, almeno sul piano giudiziario. Ma il gruppo non intende starsene con le mani in mano. Intanto ha messo in vendita la divisione rimorchiatori, che elenca una quindicina di mezzi alcuni dei quali modernissimi, con l’esclusiva della gestione nei porti dove operano. Poi nel piano di rilancio, superato (si spera) il massacro della pandemia alle Autostrade del mare, ci sono politiche aggressive che faranno perno sul patrimonio costituito dalle navi, che valgono oltre un miliardo. E poi, niente spezzatino, dice su Facebook Vincenzo: che ha trovato nei figli, in particolare Achille, un combattente duro come lui. Al gruppo armatoriale che è stato e continua ad essere importante per l’Italia sul mare, non possiamo che augurargli buon vento. Lo stesso di cui ha bisogno l’intero Paese.
A.F.
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