Luciano Canepa: la scorciatoia delle deroghe

Luciano Canepa
Dall’amico e noto avvocato marittimista Luciano Canepa, già presidente dell’AdSP di Ancona, riceviamo la seguente nota, che non ha certo bisogno di commenti.
LIVORNO – Caro Antonio, ho letto con piacere il tuo commento ai lavori che hanno consentito il ripristino del “grosso” del ponte di Genova.
Tanto di cappello a chi ha realizzato quel capolavoro!!
Ma sai come è stata possibile l’opera? Con il così detto sistema delle “deroghe”, ripetendo cioè quanto già fatto per l’EXPO di Milano. In quella occasione occorsero 67 deroghe (hai letto bene: sessantasette!) alla normativa applicabile. Per Genova non ne conosco il numero, ma non dovrebbe essere troppo diverso.
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Ti sei reso conto di che cosa significhi?
1) l’unico modo per realizzare opere pubbliche in tempi tecnicamente necessari consiste nell’ignorare la normativa applicabile.
2) l’osservare le disposizioni in materia si trasforma in un ostacolo e non premia chi vuol lavorare.
Una volta chiesi ad un amico ministro: “perché, se sei il primo a toccare con mano i danni della burocrazia, ora che hai il potere in mano non fai cambiare la musica?”.
Mi rispose, senza nascondere un senso di imbarazzo, “perché non me lo fanno fare!”.
Tutte le disposizioni, i provvedimenti, le proposte, passano attraverso i funzionari. Come puoi sperare che la burocrazia operi per distruggere se stessa?
Il maledetto Coronavirus (dato il suo carattere di piena emergenza) poteva essere una occasione ideale; ma invece di tagliare, si sono nominate varie decine di commissioni di esperti.
Così tutti hanno potuto godere del proprio momento di celebrità e di passaggi in televisione: ma se si vuol cercare di fare qualcosa, la strada rimane sempre quella delle deroghe.
Cari saluti.
Luciano Canepa
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