Un #hashtag: abbiamo spazi

Enzo Raugei
LIVORNO – “Prendo spunto dall’attenzione che le istituzioni portuali e locali stanno dando alla questione porto nel contesto dell’emergenza Covid-19 – scrive in una sua nota il presidente della Compagnia Portuali Livorno Enzo Raugei, che è anche vicepresidente nazionale ANCIP – giudicando positivamente che si facciano le riunioni del Comitato di Partenariato ogni dieci giorni e che esista una cabina di regia tra i vari Enti e le Associazioni degli operatori che focalizza le problematiche più urgenti, cercando di prospettare soluzioni.
“Le problematiche che ci siamo trovati ad affrontare – continua Raugei – sono uniche: il porto da sempre si è basato sulla flessibilità di utilizzo della risorsa umana modellando le prestazioni in ragione della presenza nave e di tutto quello che ne consegue; le misure che abbiamo adottato di fatto hanno perimetrato l’organico in quattro gruppi di lavoro, uno per ciascun turno per coprire le 24 ore di attività, al fine di far lavorare insieme sempre i soliti soggetti ma irrigidendo oltremodo la possibilità di impiego su turni diversi da quello pianificato.
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“Per far fronte alle distanze interpersonali indicate, nel ciclo auto per il trasporto dei lavoratori da piazzale a stiva nave siamo scesi da 8 lavoratori trasportati sul furgone a tre, sono stati forniti nuovi DPI (mascherine e guanti monouso) e si è proceduto alla sanificazione continua dei mezzi e luoghi chiusi di lavoro; nel comparto tecnico-amministrativo abbiamo dovuto introdurre gruppi alterni, mattina – pomeriggio e laddove possibile postazioni di smart-working da casa. Tutto questo è stato fatto in primis per garantire sicurezza ai lavoratori e per dare continuità alla filiera ma con costi che si sono quasi triplicati e la produttività che ne ha risentito pesantemente, costi di cui abbiamo preso buona nota e che spero siano riconosciuti alle aziende che hanno contribuito a dare continuità al sistema.
“Mi sento di dover ringraziare – sottolinea Raugei – tutti i lavoratori e le lavoratrici del porto che lavorando, nonostante i legittimi iniziali timori, garantiscono la presenza e la continuità del lavoro, confermando a livello internazionale, l’affidabilità del nostro porto, anche in un momento così difficile.
“I traffici da noi operati non hanno subito un crollo anche se una certa flessione c’è stata, che temiamo aumenti nelle prossime settimane, soprattutto sul traffico auto a seguito della chiusura di alcune realtà produttive e dello stop forzato che hanno attuato alcune linee di navigazione.
“Dalla stampa specializzata come il vostro giornale – scrive Raugei – mi preme lanciare un hashtag a tutte le compagnie di navigazione: #Livorno operativo, ha ancora spazi disponibili per le merci in genere ed anche e soprattutto per le auto nuove, settore in rallentamento ma che riprenderà non appena si allenteranno le misure di lockdown.
“In questa fase credo sia necessario sostenere e aiutare le imprese portuali, sfruttando tutto ciò che dalle misure governative viene messo a disposizione, l’Autorità di Sistema ha in mano una leva eccezionale per rispondere a queste esigenze, la prima che mi viene in mente riguarda la sospensione/azzeramento almeno per un periodo dei canoni concessori, occorre anche portare avanti i progetti pensando al futuro, in primis la Piattaforma Europa, parlarne ora sembra di essere marziani, ma tornerà di grande attualità appena l’economia ripartirà, così come devono essere concentrate tutte le energie possibili sulle questioni più impellenti: il microtunnel e l’allargamento del canale di accesso alla Darsena Toscana, temi su cui la comunità portuale è unita, il resto, ciò che divide, deve essere accantonato per non distogliere, in questa delicatissima fase, l’attenzione delle imprese dal core-business.
“Questa epidemia ha messo in evidenza – continua Raugei – tutte le contraddizioni di una concezione che si basa sulla concentrazione univoca verso i grandi sistemi e le grandi concentrazioni logistiche che in questa occasione hanno mostrato tutta la loro fragilità. Ancora una volta la carta rappresentata dall’essere un porto “multipurpose”, quale è Livorno, che lavora con imprese diverse e su un ampio spettro merceologico e di traffico è risultata la migliore strategia per l’attività e fronteggiare le grandi crisi.
“Il porto è globale e locale, guarda al mondo accusandone le situazioni economiche e geopolitiche ma ha anche relazioni strette con il territorio retrostante e con il Paese, non può essere un soggetto passivo inglobato nella filiera dei grandi player della logistica, il porto e i Terminal devono mantenere le proprie peculiarità, caratteristiche e funzioni, qui le merci cambiamo modalità di trasporto, si fermano per essere distribuite o imbarcate ed il ventaglio delle esigenze è quanto mai variegato e sempre diverso.
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