Proposte Assologistica per il dopo pandemia
MILANO – Sebbene l’impegno per contenere e risolvere l’emergenza sanitaria generata dal coronavirus sia ancora in atto, tuttavia occorre iniziare a pensare a come affrontare concretamente il dopo-evento, che – come tutti sappiamo – metterà a dura prova la tenuta economica del nostro Paese e, conseguentemente, anche del settore della logistica e del trasporto merci. È questo l’incipit del documento che Assologistica ha deciso di presentare al governo. Eccone la sintesi.
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Il settore della logistica ha un valore supera i 110 miliardi di euro, con un’occupazione che sfiora 1 milione di addetti e che svolge un ruolo strategico per lo sviluppo industriale e commerciale, garantendo consumi, distribuzione, approvvigionamento, import ed export e producendo benefici a consumatori, cittadini e famiglie, e al sistema imprenditoriale nel suo complesso. Di questa strategicità, del resto, hanno finalmente tutti preso atto nel corso di questa pandemia.
Dal primo istante in cui le autorità di Governo hanno impartito le direttive a tutela della salute pubblica e di quella dei lavoratori, Assologistica ha informato e aggiornato i propri associati – scrive l’associazione – mediante un puntuale servizio di domande e risposte per affrontare in presa diretta l’adozione delle misure governative, compresa la raccomandazione di adozione del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, firmato dalle parti sociali sotto l’egida del Governo.
Il settore sta affrontando un aggravio di costi, oltre a un calo dei volumi dalle proporzioni allarmanti e che si prevede debba crescere ancora, anche a seguito del prolungamento nel tempo delle misure di contenimento del contagio. La continuità aziendale di moltissime imprese è in grave pericolo e con essa la relativa base occupazionale.
Assologistica vuole dare il proprio contributo per il bene del Paese e del settore: per questo intende presentare a Governo e Parlamento alcune proposte valide per il settore (rappresentato dai codici Ateco 49-50-51-52-53-89.92). Il tutto nella consapevolezza che occorra una terapia d’urto forte e prolungata nel tempo, anche se basata su pochi essenziali interventi, qui sotto riassunti.
• Decontribuzione straordinaria per abbattere il costo del lavoro e mantenere l’occupazione: Assologistica chiede una riduzione straordinaria del 40% dell’aliquota contributiva IVS (Invalidità, Vecchiaia, Superstiti) a carico dell’azienda con decorrenza dal 1/4/2020 fino a tutto il 31/12/2021 a condizione che l’impresa mantenga fino a tale data almeno l’80% dei livelli occupazionali in forza alla data dell’1/2/2020, intendendo per tali i lavoratori non in prova a tempo indeterminato ed esclusi gli apprendisti. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
• Credito di imposta sugli acquisti di DPI (dispositivi per la protezione individuale): Assologistica chiede il riconoscimento di un credito di imposta del 50% sul costo di acquisto sostenuto e documentabile da parte dell’azienda dei DPI necessari ai lavoratori, in applicazione delle misure previste dal protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. I costi ammessi al credito di imposta sono quelli sostenuti con decorrenza 1/3/2020 e fino al 31/12/2021.
• Riconoscimento immediato per la logistica dello status di “servizio pubblico essenziale” con relativa applicazione delle norme della Legge n. 146/90 e successive modificazioni per tutta la durata di permanenza dello stato di emergenza, così come da delibera del Consiglio dei ministri del 31/1/2020. Una norma di questo tipo (a onere zero per lo Stato) potrebbe generare un effetto mediatico molto positivo: sarebbe chiaro a tutti che chi lavora in logistica sta contribuendo al sostegno del Paese. Tale status viene richiesto limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza.
Assologistica richiede poi l’adozione di misure destinate al sostegno finanziario delle imprese. E in particolare chiede che quanto già disposto all’art. 56 del D.L. 17/3/2020 n. 18 (Cura Italia) venga esteso anche alle grandi imprese, così da meglio supportare le forme di tutela occupazionale. Tale norma, se adottata, non produce oneri per lo Stato. E ancora l’Associazione chiede lo sblocco immediato dei crediti fiscali vantati dalle imprese (IVA, IRES, IRAP) in forma di liquidazione oppure, se non fosse possibile, in forma di smobilizzo del credito verso il settore bancario, con copertura di garanzia da parte dello Stato. E ancora Assologistica chiede la soppressione per il 2020 dell’aumento IRES per i concessionari di demanio pubblico, di cui all’articolo 1 comma 716 della Legge 27/12/2019 n. 160, una norma recentemente introdotta con l’ultima Legge di Bilancio e che ora non risulta sostenibile, rischiando pure di apparire beffarda.
Un’ultima richiesta concerne le misure a sostegno delle imprese che esportano e per le quali si chiede la sospensione delle restrizioni previste dal DPCM del 22/3/2020 per le sole attività svolte dalle imprese del settore logistico a favore di clienti esteri. Pertanto, qualunque attività di servizio resa a favore esclusivamente di clienti esteri viene consentita. L’Associazione comprende e condivide la ratio dei provvedimenti presi dal DPCM del 22/3/2020, ma l’esperienza concreta di questi giorni sta facendo emergere il grave rischio che i committenti esteri delle nostre imprese, per i quali non vige alcuna restrizione all’attività, possano decidere di approvvigionarsi altrove. Quando l’emergenza sarà passata, il cliente estero sarà difficilmente recuperabile, con tutte le conseguenze del caso.
“In questo difficile momento e nei momenti che seguiranno nel dopo-emergenza al nostro Paese e a tutte le sue componenti produttive sarà chiesto uno sforzo importante. Le imprese, anche del nostro settore, non possono essere lasciate sole ad affrontare quello che le aspetta, nella consapevolezza che la nostra economia deve continuare a essere una delle maggiori economie del Vecchio Continente (e non solo). Noi logistici faremo la nostra parte, come abbiamo sempre fatto (e dimostrato anche in questi giorni), ma lo Stato deve fare la sua, stando al nostro fianco in quella che si sta configurando come una sorta di ricostruzione del Paese”, commenta il presidente di Assologistica Andrea Gentile.
In allegato (e copiato qui sotto) testo integrale delle proposte di Assologistica.
Assologistica è la realtà associativa delle imprese di logistica, dei magazzini generali e frigoriferi, dei terminalisti portuali, interportuali ed aeroportuali.
Assologistica rappresenta oltre 250 aziende associate che operano in Italia: con 70.000 dipendenti diretti ed indiretti, con 22 milioni di metri quadrati di aree interne coperte, con 4,5 milioni di metri cubi di celle frigorifere e con 60 milioni di metri quadrati in terminal marittimi e inland terminal.
Premessa e valutazioni generali: Il valore del settore logistico e del trasporto merci italiano generato da quasi 100.000 imprese supera i 110 Miliardi di Euro, in continua crescita fino allo scorso mese di febbraio grazie anche al vertiginoso sviluppo dell’e-commerce. Crescita di fatturato e crescita di posti di lavoro.
L’occupazione complessiva di tutto il comparto, indotto compreso, oscilla tra le 800.000 e 1.000.000 di unità.
Il dimensionamento aziendale è molto eterogeneo: alla presenza di grossi gruppi multinazionali si accompagnano realtà imprenditoriali di dimensioni medie e piccole. Le cooperative svolgono un ruolo sinergico fondamentale per offrire la flessibilità necessaria a rispondere alle esigenze di una domanda non standardizzabile.
Le nuove opportunità occupazionali hanno sino ad ora favorito un inizio di integrazione etnica sostenibile.
Il settore logistico, in tutte le sue varie articolazione, svolge un ruolo decisivo e trainante per lo sviluppo industriale e commerciale del nostro paese in quanto garantisce consumi, distribuzione, approvvigionamento, import ed export. Produce pertanto benefici a tutti i consumatori finali, cittadini e famiglie, e al sistema delle imprese produttrici e del commercio.
Lo scoppio della pandemia Covid-19 ha reso ancor più evidente questo ruolo essenziale all’interno della supply chain non soltanto per quanto riguarda il supporto alla fornitura dei cd beni essenziali.
Dal primo istante nel quale le autorità di Governo nazionale e sanitario hanno impartito le varie direttive a tutela della salute pubblica e segnatamente quella dei lavoratori, Assologistica ha informato e sensibilizzato i propri associati attraverso un puntuale servizio di domande e risposte per affrontare in presa diretta l’immediata adozione delle misure suddette. Ivi compresa la raccomandazione di adozione del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro firmato dalle parti sociali sotto l’egida del Governo.
Il servizio di assistenza alle aziende è attivo 7 giorni su 7.
Ci sembra di cogliere da parte delle imprese una adeguata consapevolezza dei problemi. Ci risulta, altresì, che abbiano adottato le misure previste nel Protocollo ed operato, ove richiesto, i conseguenti cambiamenti organizzativi.
I controlli operati dalle Forze di Polizia di cui siamo a conoscenza ci portano a pensare che la salute e la sicurezza dei lavoratori siano adeguatamente protetti. In ogni caso siamo disponibili a collaborare con qualunque istituzione pubblica addetta a tali forme di controllo.
I ripetuti e autorevoli appelli delle più alte cariche istituzionali italiane hanno senz’altro contribuito ad accrescere il senso di responsabilità di imprenditori, manager e lavoratori, anche se si sono presentati casi di assenteismo sospetto indice di scarsa consapevolezza dell’importanza del proprio personale contributo all’interesse generale.
Il settore sta affrontando un aggravio di costi che rischiano di essere a cascata trasferiti sui cittadini.
Ma la cosa più preoccupante è il calo dei volumi che ha già assunto proporzioni allarmanti e che si prevede debba crescere ulteriormente anche in considerazione del prevedibile prolungamento nel tempo delle misure di contenimento del contagio.
La continuità aziendale di moltissime imprese è in grave pericolo e con essa la relativa base occupazionale.
Assologistica intende dare il proprio contributo per il bene del nostro Paese e intende, quindi, presentare a Governo e Parlamento le seguenti proposte valide per tutto il settore rappresentato dai codici Ateco 49-50-51-52-53-89.92.
Siamo convinti che occorra immediatamente prevedere una terapia d’urto forte e prolungata nel tempo anche se basata su poche cose essenziali.
Misure a sostegno della collettività – Logistica, servizio pubblico essenziale.
Si chiede l’immediato riconoscimento di “servizio pubblico essenziale” con relativa applicazione delle norme di cui alla Legge n. 146/90 e successive modificazioni per tutta la durata di permanenza dello stato di emergenza così come da delibera del Consiglio dei ministri del 31/1/2020.
Commento: siamo convinti che tale immediato riconoscimento favorirebbe un’accresciuta consapevolezza di tutte le componenti sociali coinvolte.
Una norma di questo tipo potrebbe generare un effetto mediatico molto positivo: sarebbe chiaro a tutti che chi lavora in logistica sta contribuendo al sostegno di tutto il Paese.
Naturalmente tale status viene richiesto limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza.
Tale norma, se adottata, non produce oneri per lo Stato.
Misure a sostegno dell’occupazione – Decontribuzione straordinaria per abbattere il costo del lavoro e mantenere l’occupazione.
Si chiede una riduzione straordinaria del 40% dell’aliquota contributiva IVS a carico dell’azienda con decorrenza dal 1/4/2020 fino a tutto il 31/12/2021 a condizione che l’impresa mantenga fino a tale data almeno l’80% dei livelli occupazionali in forza alla data dell’1/2/2020, intendendo per tali i lavoratori non in prova a tempo indeterminato ed esclusi gli apprendisti. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Commento: la forte riduzione di operatività delle attività industriali, del commercio e terziario hanno generato un calo significativo dei volumi movimentati sia nelle attività di magazzino che in quelle di trasporto.
I cambiamenti organizzativi messi in atto in ottemperanza alla disposizioni sanitarie non permettono più alle aziende di logistica ed ai loro fornitori, soprattutto al sistema cooperativo, di ottimizzare i costi di trasporto e di movimentazione complessiva delle merci generando pesanti inefficienze nella gestione (insaturazione mezzi di trasporto, tempi lunghi di sosta per carico e scarico) e una forte riduzione di produttività.
Le doverose attività di sanificazione sono eseguite a ciclo continuo per massimizzare la sicurezza dei luoghi di lavoro. Questo genera ulteriori rallentamenti e inefficienze.
L’attività va comunque garantita a supporto della continuità delle filiere autorizzate, dei servizi essenziali e di quelli di pubblica utilità.
Il problema non riguarda l’erosione dei margini, è molto più grave. Si tratta di garantire la tenuta di un anello di trasmissione della catena che collega la produzione con il cittadino (la logistica appunto) che rischia di saltare. La composizione delle aziende, infatti, è eterogenea: ci sono multinazionali ma anche operatori di medie e piccole dimensioni.
Il costo stimato complessivo a carico dello Stato ammonta ad euro 6.237.000.000 avendo considerato una forza lavoro pari a 900.000 unità ed una retribuzione media annua lorda (RAL) pari ad euro 30.000.
Ciò significa un onere mensile per singolo addetto pari ad euro 330,00. (Elaborazioni a partire dai dati dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet del Politecnico di Milano).
Misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori – Credito di imposta sugli acquisti di DPI.
Si chiede il riconoscimento di un credito di imposta del 50% sul costo di acquisto sostenuto e documentabile dall’azienda dei DPI necessari ai lavoratori in applicazione delle misure previste dal Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro firmato dalle parti sociali sotto l’egida del Governo.
Si chiede che i costi ammessi al credito di imposta siano stati sostenuti con decorrenza 1/3/2020 e fino al 31/12/2021.
Commento: come noto è assai difficoltoso il reperimento dei DPI necessari a causa della scarsità di offerta. Questo provoca anche un onere straordinario non ricorrente a danno delle imprese.
L’adozione dei DPI è un fattore imprescindibile per rendere agibile l’operatività aziendale e preservare la salute di tutti i lavoratori.
Il costo stimato a carico dello Stato ammonta ad euro 990.000.000 avendo considerato un valore medio dei costi di approvvigionamento di DPI sostenuti per singolo addetto pari ad euro 100,00 al mese.
(Elaborazioni a partire dai dati dell’Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet del Politecnico di Milano).
Misure a sostegno delle imprese: Misure di sostegno finanziario.
A) Si chiede che quanto già disposto all’art. 56 del D.L. 17/3/2020 n. 18 (Cura Italia) venga esteso anche alle grandi imprese.
Commento: i contenuti dell’art. 56 del D.L. Cura Italia vanno nella giusta direzione e ringraziamo il Governo per averne previsto la predisposizione.
Si richiede l’estensione dei beneficiari anche alla grandi imprese così da meglio supportare le forme di tutela occupazionale caratterizzanti le precedenti proposte.
Tale norma, se adottata, non produce oneri per lo Stato.
B) Si chiede lo sblocco immediato dei crediti fiscali vantati dalle imprese (IVA, IRES, IRAP) in forma di liquidazione oppure, se non fosse possibile, in forma di smobilizzo del credito verso il settore bancario con copertura di garanzia da parte dello Stato.
Commento: esistono crediti non ancora riscossi o compensati da diversi anni a causa delle note lentezze burocratiche che in questa situazione di carenza di liquidità appesantiscono, oltremodo, una situazione già critica.
C) Si chiede la soppressione per il 2020 dell’aumento Ires per i concessionari di demanio pubblico, di cui all’articolo 1 comma 716 della Legge 27/12/2019 n. 160.
Commento: in un contesto di crisi crescente la norma recentemente introdotta con l’ultima Legge di Bilancio non risulta sostenibile e rischia di apparire beffarda. Si chiede, quindi, la sua soppressione per tutto il 2020.
Misure a sostegno delle imprese che esportano – Allentamento delle restrizioni.
Si chiede la sospensione delle restrizioni previste dal DPCM del 22/3/2020 per le sole attività svolte dalle imprese del settore logistico a favore di clienti esteri. Pertanto, qualunque attività di servizio resa a favore esclusivamente di clienti esteri viene consentita.
Commento: comprendiamo e condividiamo, ovviamente, la “ratio” dei provvedimenti presi dal DPCM del 22/3/2020. L’esperienza concreta di questi giorni, però, sta facendo emergere il grave rischio che i committenti esteri delle nostre imprese, per i quali non vige alcuna restrizione all’attività, possano decidere di approvvigionarsi altrove. Quando l’emergenza sarà passata, il cliente estero sarà difficilmente recuperabile, con relative ricadute sull’attività economica e sull’occupazione.
Tale norma, se adottata, non produce oneri per lo Stato.
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