Il coraggio al tempo del Covid-19
LIVORNO – Ne scriviamo oggi, del coraggio, anche se la pandemia di paura che attanaglia il mondo intero dovrebbe forse spingerci in un prudente silenzio. Ma ci siamo detti: nella cacofonia di voci contrastanti, di consigli, di inviti, di appelli, forse un momento di alleggerimento può aiutare. Richiamando appunto una virtù un pò desueta: il coraggio.
Partiamo da un dato di fatto che sembra scontato: come diceva don Abbondio nei “Promessi sposi”, il coraggio se uno non ce l’ha mica se lo può dare. È davvero così? Altre letture ci ricordano che il coraggio, in sostanza, è solo un modo per fronteggiare la paura: che è la sana reazione di fronte a un pericolo. Sana se il pericolo è reale o avvertito come tale: irrazionale o peggio se patologica. I cinici, sul coraggio e la paura, ci sono andati a nozze: il coraggio – ha scritto quel dissacratore che fu Dino Segre (Pitigrilli) è aver paura dopo gli altri: oppure: il coraggio è far finta di non aver paura se ti guardano; eccetera. Forse il coraggio è anche questo. L’importante è che il nostro coraggio aiuti le persone cui vogliamo bene ad avere meno paura. È troppo chiedere che il nostro coraggio, vero o no che sia, le aiuti a farsi coraggio?
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Non scendiamo nella filosofia spicciola, non è il nostro mestiere. E non vogliamo nemmeno suggerire il coraggio dell’incoscienza, dell’esaltazione, della sfida. C’è anche quel tipo di coraggio, che genera insieme i pazzi e gli eroi. Ci piacerebbe solo richiamare il modesto coraggio di affrontare tempi difficili – che si teme possano durare a lungo – senza partecipare al panico, senza spaventare chi ci sta intorno, senza sottovalutare ma nemmeno ingigantire. Tutti abbiamo paura, ieri delle guerre, oggi del terrorismo, della povertà, della malattia, della morte. Ma ci dev’essere anche quel tanto di forza d’animo che può spingerci a dare una mano alla società, alla gente, alla famiglia. Diceva l’ammiraglio Horace Nelson prima della battaglia navale che gli avrebbe dato la vittoria ma anche la morte: La Patria si aspetta che ciascuno di noi faccia il proprio dovere. Anche combattere. Anche rischiando la pelle o il Covid-19 senza spargere panico. Anche sorridendo e sperando nella primavera.
Antonio Fulvi
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