Tutti a giudizio dalla Procura di Livorno

Stefano Corsini

LIVORNO – Dicono che fosse scontato: sentita la difesa – e ci sono volute almeno due sedute – la Procura della Repubblica ha comunque rinviato tutti a giudizio. Prima udienza, il 9 giugno (salvo ovviamente altri possibili slittamenti).

Si è conclusa così, venerdì scorso, la prima parte della maxi-inchiesta della magistratura labronica a carico dei vertici dell’Autorità Portuale di Sistema del Tirreno Settentrionale e dei manager di alcune delle imprese armatoriali e terminaliste più note. L’ampio risalto dato dai media nazionali al rinvio a giudizio è sintomatico dell’importanza del fatto, che travalica la vicenda livornese. Digerita la comprensibile delusione – buona parte degli imputati era convinta che ci sarebbe stato il proscioglimento – si sta facendo buon viso a cattiva sorte. Al tribunale l’ardua sentenza. Nel frattempo – è la reazione comune, anche se non ci sono dichiarazioni formali – tutto va avanti nella più totale presunzione di innocenza. Con quale animo, per i dirigenti pubblici e per i manager privati, è facile capirlo. Ma così vanno le cose: fanno parte degli oneri e degli onori.

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