La classifica dei porti italiani nel 2019 i transiti su Suez e i cinesi in Myanmar

Angelo Roma
LIVORNO – Nella classifica per porti (ovvero quelli con più di un terminal operator in attività), resta fermo il tandem di testa: Genova (stabile, +0,1%) e La Spezia (perdita, -5,2%) sono inossidabili nelle loro posizioni consuete al primo e secondo posto, assommando, come accoppiamento ligure, oltre 4,1 milioni di TEUs, circa il 40% del traffico nazionale. Ce lo sottolinea, con gli altri appunti che seguono, il maritime consultant Angelo Roma, sempre molto attento ai dati forniti dagli organi ufficiali a livello internazionale.
Da notare che il totale genovese è dato dalla sommatoria dei cinque terminalisti privati da cui ha avuto informazioni Ship2Shore – sottolinea Angelo Roma – mentre quello spezzino è il dato ufficiale dell’AdSP del Mar Ligure Orientale (al netto di Marina di Carrara, ovviamente), mentre la somma tra LSCT e TDG dà un totale sensibilmente superiore: 1.441.358 TEUs per una perdita più contenuta (-2,9%). Nel frattempo, Trieste per la prima volta si prende la medaglia di bronzo (+8,2%) a scapito di Livorno, che pure è cresciuta (+3,9%), entrambi gli scali hanno sfiorato quota 800mila TEUs.
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Altro tema: sempre più vicine al 50% del totale la quota di mercato delle imprese ferroviarie cargo private in Italia. Secondo i dati diffusi dall’associazione di settore Fercargo, aderente a Confetra, il traffico ferroviario merci in Italia nel 2019 è stato di 49 milioni di Treno-Km, rispetto ai 47,4 milioni del 2018. Le società iscritte a Fercargo ne avrebbero prodotto 24 milioni, oltre l’8% in più rispetto ai 22,2 milioni del 2018.
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Ancora: 2019, per la prima volta, il volume delle merci transitate nel canale di Suez ha superato il miliardo di tonnellate. Nell’intero 2019 le 18.800 navi che hanno attraversato la via d’acqua egiziana trasportavano globalmente un totale record di 10,3 miliardi di tonnellate di merci, con un rialzo del +4,9% sul 2018 (quando era stato segnato il precedente record). Nel 2019 anche il solo volume di carichi imbarcati sulle navi che sono transitate nella direzione Nord-Sud ha segnato un nuovo picco storico essendosi attestato a 572,3 milioni di tonnellate (+9,1% sul 2018). E un nuovo record, pari a quasi 458,9 milioni di tonnellate, è stato anche quello delle merci sulle navi transitate nella direzione sud-nord, totale che risulta essere di sole 33mila tonnellate superiore a quello del 2018 quando era stato stabilito il precedente record.
I più consistenti volumi di carichi imbarcati sulle navi transitate lo scorso anno nella direzione nord-sud risultano essere costituiti da merci containerizzate con 256,3 milioni di tonnellate (+4,1%), petrolio grezzo con 59,1 milioni di tonnellate (+26,1%), cereali con 53,0 milioni di tonnellate (+3,9%), minerali e metalli con 48,7 milioni di tonnellate (+47,6%), carburanti con 27,5 milioni di tonnellate (-9,5%), carbone e coke con 24,9 milioni di tonnellate (+18,8%), fertilizzanti con 16,8 milioni di tonnellate (+11,4%), nafta con 15,1 milioni di tonnellate (+9,4%), prodotti in metallo con 10,6 milioni di tonnellate (+8,6%), gas naturale liquefatto con 8,1 milioni di tonnellate (-14,6%), prodotti chimici con 7,9 milioni di tonnellate (+0,1%), semi oleosi con 5,9 milioni di tonnellate (+16,5%), benzine con 5,5 milioni di tonnellate (-16,6%) e gas di petrolio liquefatto con 5,1 milioni di tonnellate (+40,6%).
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Un nuovo porto di acque profonde (deep sea port) costituirà il nucleo di un nuovo partenariato economico tra Cina e Myanmar dopo che i due paesi hanno concluso una serie di accordi infrastrutturali nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI).
Secondo i rapporti internazionali – chiarisce ancora Angelo Roma – le due parti hanno concordato di sviluppare una Zona Economica Speciale (ZES) a Kyaukpyu nello stato di Rakhine in Myanmar, che ruoterà attorno al nuovo porto. Ulteriori rapporti affermano che il porto sarà sviluppato da un consorzio guidato dalla società statale CITIC. L’obiettivo del piano è di ringiovanire la regione e collegarla alle principali rotte di navigazione che a loro volta vedranno importare ed esportare energia e merci, in particolare dal Medio Oriente e dall’Africa. La regione è già sede di due gasdotti attraverso i quali il petrolio prodotto in Myanmar viene consegnato ed esportato in Cina. È uno dei 33 accordi firmati tra Cina e Myanmar che comprende il corridoio economico Cina-Myanmar durante la visita di stato di due giorni di Xi Jinping, il primo di un leader cinese in 19 anni. Il BRI è il piano di Pechino di ridisegnare l’economia globale e prevede la costruzione di porti, ferrovie, strade e molto altro in Asia ed Europa. Si stima che costino un trilione di dollari.
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