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Avanti adagino, goccia dopo goccia…

LIVORNO – Faccio una premessa: siamo alla vigilia del Natale, con l’impegno di essere buoni e di dire la verità. L’impegno lo sento: ma proprio per questo, nel florilegio delle tante dichiarazioni fiorite in questi giorni sul tema importante – e determinante – della logistica della Toscana, ho l’obbligo di raccogliere non solo le dichiarazioni ufficiali e le promesse delle istituzioni, ma anche i commenti e le non poche preoccupazioni. Senza volerne a nessuno: specialmente a chi, per farci stare meno angosciati, magari ha indorato un pò la pillola.

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Cominciamo dall’aspettativa sulla Darsena Europa di Livorno. Qualche giorno fa, nella conferenza stampa a Piombino del presidente dell’AdSP Stefano Corsini, all’annuncio che ci sono ben 14 aziende pronte a investire sulle nuove aree del porto piombinese qualcuno ha commentato con un filo di cattiveria: Piombino batte Livorno 14 a 0. Ovvero: per la piattaforma Europa i tempi delle dichiarazioni d’interesse si sono chiusi con zero interessati. Cattiveria – e ne devo dare atto – subito bacchettata da Corsini: gli interessi ci sono, presto usciranno allo scoperto. Intanto l’AdSP mette la piattaforma Europa nel piano poliennale che sta approvando. Un tempo, quando eravamo infinitamente giovani, ci dicevano: credere, obbedire, combattere. Speriamo non finisca come allora.

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Il presidente della Regione Enrico Rossi e l’ad di RFI hanno firmato all’Interporto Vespucci l’accordo per la progettazione del nuovo assetto ferroviario dell’area logistica tra porto e interporto. Ne abbiamo scritto sul numero scorso. Spesa del progetto 5 milioni, lo voglio ripetere: ma voglio anche ripetere che poi realizzare questo progetto (che comprende “scavalco”, bay-pass del nodo di Pisa dei treni cargo, collegamento diretto dei porti di Livorno e Piombino con la ferrovia per Firenze) spetta allo Stato, con un costo che è stato ipotizzato in almeno una cinquantina di milioni. Ci sono questi soldi? Ad oggi, assolutamente no: anche se c’è la dichiarazione del ministro delle infrastrutture e trasporti, importante esponente del governo, che farà di tutto per farceli avere. Anche in questo caso: credere. Con qualche sottintesa paura, vista la comprovata fragilità dell’attuale governo: e se casca tutto? Si dovrà ricominciare da zero, goccia dopo goccia?

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C’è stato chi, dopo la conferenza di cui sopra, ha detto con durezza che ci siamo dimenticati nel pianificare la logistica costiera urgente, della “venerending story” dell’autostrada (o superstrada) costiera tra Livorno e Civitavecchia. E’ stato, come abbiamo riferito sabato scorso, il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda. Che da buon operatore grossetano, non ne può più di decenni di promesse finire nelle risse da pollaio della politica e dei vari comitati Nimby (Capalbio docet). Il presidente Rossi ogni tanto s’è fatto sentire, ma con risultati pari a zero. Nella mia memoria storica da cronista livornese, ricordo che si parlava del proseguimento dell’autostrada europea costiera già quando il predecessore di Breda era un certo Pini, detto “truciolo”. Che diceva le stesse cose più di mezzo secolo fa. Altro che goccia dopo goccia…

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Potrei andare avanti per un pezzo, ma non voglio avvelenare il prossimo Natale ai miei quattro lettori. Però devo ricordare che ogni pur validissimo e atteso collegamento ferroviario cargo del porto di Livorno con la rete nazionale TEN-T non può aver senso se prima non si risolve il tragicomico “imbuto” costituito dallo sfociare dello Scolmatore dell’Arno – e collegato canale dei Navicelli – in Darsena Toscana. Finché quei cento metri di sfociatura non saranno tombati, per potervi realizzare sopra almeno quattro binari ferroviari e una strada ad altrettante corsie (per la Darsena Europa) ogni “scavalco” non sarà molto senso. Invece non se ne parla: ovvero, se ne parla ma senza risultati. L’ultima è che la Regione – dichiarazione del presidente Rossi – ha chiesto più volte invano a Pisa, che è competente per territorio, di progettare e realizzare lo scocco in mare della foce, già “armata” e approfondita a spese della stessa Regione. I pisani rispondono picche, ricordando che il canale dei Navicelli è ben più antico della Darsena Toscana. Da noi a Livorno si balbetta anche sull’alternativa al troppo basso ponte stradale per Tirrenia, che così com’è se si tombasse la sfociatoia in Darsena non farebbe passare nemmeno i gommoni da Pisa. La soluzione proposta da un livornese che se ne intende, il presidente dell’Asamar Enrico Bonistalli, sembrava logica e fattibile. Pare ce sia stata respinta perché costosa: e si ipotizzi semmai una parte centrale a levatoio dell’attuale ponte. Da non crederci perché c’è da immaginare l’intasamento specie d’estate sulla strada che porta anche ali terminal container.

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Poi ci sono anche…ma mi fermo qui, è meglio. Quando avremo digerito il panettone e magari salutato anche la Befana, ne riparleremo. Per ora, anticipazione di auguri. Ne abbiamo bisogno.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
18 Dicembre 2019

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