La logistica àncora di salvezza ma il costo del gasolio ora frena

Guido Nicolini
ROMA – “Mai il settore della logistica e del trasporto merci aveva subito un attacco simile: secondo i primi calcoli del nostro Centro Studi tra nuove tasse, costi aggiuntivi e tagli, tra 180 e 200 milioni di euro” ha dichiarato il presidente di Confetra, Guido Nicolini, a valle dei lavori della Giunta confederale.
“Un attacco tragicamente distribuito: autotrasporto, terminal portuali, terminal ferroviari, marebonus, persino l’appalto di servizio si è reso più esoso nella gestione attraverso l’art 4 del DL fiscale. Evidentemente al Governo non è chiaro che il nostro comparto sta tenendo in piedi l’economia del Paese essendo lo strumento fondamentale sia dell’import che dell’export: uniche voci positive di un quadro economico nazionale stagnante da anni. Sono partiti dalla Plastic Tax per il Green New Deal e sono arrivati togliendo risorse allo shift modale ed al trasporto sostenibile: complimenti. Capolavoro paragonabile solo alla flat tax al rovescio: dai giganti concessionari autostradali ai piccoli concessionari portuali o ferroviari: più 3,5% Ires per tutti. A latere, il Governo ha trovato anche il tempo per cacciare senza ragione il direttore delle Dogane, Mineo. E così – in piena preparazione della Brexit, sperimentazione del nuovo Regolamento UE sui controlli, e gestione della guerra dei dazi – avremo il quarto Direttore negli ultimi 4 anni. È davvero preoccupante il vuoto strategico e di visione che questo Governo manifesta nel settore della logistica e del trasporto merci, che giova ricordare rappresenta il 9% del PIL del Paese prodotto da quasi 110 mila imprese”.
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ROMA – C’è il bicchiere mezzo vuoto, ovvero la stagnazione economica e industriale italiana. Ma c’è anche, quasi a sorpresa, il bicchiere mezzo pieno: ovvero la crescita della logistica, che per la prima volta – valutazione fatta anche da Ivano Russo, direttore di Confetra, nell’ultima assemblea – è in controtendenza al PIL.
Proviamo ad analizzare i dati: nel primo semestre dell’anno la produzione industriale è stata dello 0,8% ma il traffico cargo è aumentato del 2,3%. L’aumento è in parte dovuto al settore corrieri, ma per il 5% spetta alle ferrovie, che stanno (faticosamente) recuperando sul traffico su gomma, ancora nettamente prevalente. Il trasporto containers, scisso da quello del transhipping, è anch’esso in crescita: +4,3%, che è davvero un buon risultato anche se inferiore a quello dell’anno scorso (+4,8%).
Sono dati, questi riassunti nelle righe precedenti, che confermano l’importanza della logistica per l’economia del paese, per di più in tempi neri per alcuni comparti come il traffico aereo che sta scontando la crisi dell’Alitalia non solo nel settore passeggeri. Ancor di più dunque la politica deve guardare ai porti, alle reti trasportistiche e ai loro servizi. E iniziative fiscali come gli ormai consueti aumenti dei carburanti – diesel in particolare – non possono che apparire improvvide, sia pure se compensate dai vari “bonus” su ferro e nave.
L’appello in questa chiave è anche di tutto il cluster della logistica nazionale. Perché la stessa orografia d’Italia non consentirà mai di rinunciare alla forte componente del cargo su gomma, dove l’incidenza del costo del carburante, finché non arriveranno in massa i TIR a GNL o a idrogeno, rimane determinante.
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