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Isole di plastica finalmente sotto attacco

LONDRA – Anche l’Organizzazione mondiale per l’ambiente si è finalmente svegliata. E seguendo le iniziative sperimentali di associazioni ma anche di aziende lungimiranti, ha deciso di intervenire per aggredire quelle “isole” di plastica genericamente definite come garage, in nome della salvaguardia del mare.

Gli interventi messi in calendario riguardano sia gli oceani che il nostro Mediterraneo. Qui anzi è recente la mobilitazione di Castalia che è stata chiamata a “sbarrare” alcuni fiumi alla loro foce per intercettare la plastica e i rifiuti galleggianti che vengono scaricati verso il mare. In parallelo, anche le ARPA regionali hanno ricevuto rapporti con rilevazioni scientifiche che confermano come i fiumi siano i primi inquinati del mare, proprio per i rifiuti galleggianti (plastiche ed altro) che vi riversano. Sono in corso iniziative per sbarrare le foci con panne galleggianti che intercettino i rifiuti galleggianti, anche se il sistema crea ovvi disagi alla navigazione da pesca e da diporto.

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Al largo delle coste, vengono aggredite le “garbage’s islands” con gradi panne galleggianti (nella foto) che progressivamente vengono strette in circolo, dando modo a navi specializzate di risucchiare i rifiuti.

Siamo di fronte, finalmente, a una vera campagna pianificata a livello mondiale. Che tra l’altro fa giustizia di quei luoghi comuni sostenuti da alcune associazioni ambientaliste (interessate?) secondo le quali i primi inquinatori sarebbero…le navi da crociera. Quando le nuove generazioni di navi stanno ormai adottando motorizzazioni dual-fuel e hanno norme più che rigide per lo smaltimento dei rifiuti, con le compagnie più avanzate che hanno già abolito a bordo l’uso delle plastiche monouso.

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Pubblicato il
28 Agosto 2019

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