Tempesta perfetta sui porti?
ROMA – “Sul sistema portuale italiano incombe il rischio di una tempesta perfetta”. Lo sottolinea l’agenzia ANSA riportando un duro intervento del responsabile infrastrutture del PD Roberto Morassut: intervento che si aggiunge ai recenti richiami allarmati sia di Confetra nell’incontro con il vicepremier Salvini, sia dell’associazione degli armatori, sia dei sindacati che hanno già proclamato uno sciopero nazionale dei trasporti per oggi, 24 luglio.
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“A due anni dalla riforma – ha scritto ancora Morassut – il Governo nella figura del ministro ha lasciato in abbandono la situazione senza utilizzare gli strumenti che la legge prevede per programmare e indirizzare l’attività dei porti. Parliamo in primo luogo della Conferenza delle autorità di sistema. Dietro questa inerzia di Toninelli vi è incapacità ma anche l’obbiettivo di far saltare il sistema ed aprire la strada ad un nuovo regime sottoposto ad un controllo centralizzato”. “Ma vi è anche il rischio – continua Morassut – di una deregolamentazione e di un processo che metta in discussione il ruolo delle imprese portuali e quello dei lavoratori come sostiene da tempo la Lega. Il Pd chiede l’attuazione della riforma, la programmazione certa degli investimenti per ultimo miglio, logistica e connessione dei retroporto. Chiediamo una strategia coordinata attraverso la Conferenza delle autorità. E siamo al fianco dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che il 24 luglio scenderanno in sciopero contro il governo e la sua politica che mette a rischio posti di lavoro, e la tenuta del sistema portuale italiano che resta per importanza il secondo d’Europa”.
Sui temi della portualità pesano anche il vuoto assoluto di competente alle spalle del ministro Toninelli dopo le dimissioni dell’esperto Rixi, le tante inchieste della magistratura che di fatto hanno bloccato l’operatività di numerosi porti (si veda il “caso Livorno”) i ritardi sulle scelte finali e definitive per le grandi opere, il continuo scontro tra le componenti politiche del governo stesso. E siamo alla vigilia di un mese, quello di agosto, dove tradizionalmente le decisioni davvero importanti latitano. La tempesta perfetta evocata da Morassut, e “spettacolarizzata” nell’immagine in prima pagina, rischia davvero di essere disastrosa.
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“Se fosse stata necessaria una controprova della totale inadeguatezza del Ministro delle Infrastrutture e i Trasporti, Danilo Toninelli, ad affrontare le problematiche e le emergenze di un comparto strategico per il rilancio del Paese, ebbene, la vicenda della Gronda di Genova, e dello stop ad una infrastruttura autostradale indispensabile per l’intero sistema logistico del Nord Ovest, l’ha di certo fornita”.
Ad esprimersi cosí è Trasportounito che, da un lato, ha evidenziato “l’assoluta pretestuosità delle motivazioni addotte dal ministero per giustificare uno stop che nulla ha a che fare con il dibattito, infinito, su una presunta revoca della concessione alla Società Autostrade”; dall’altro, ha evidenziato “come nel momento delle decisioni riemerga puntualmente nelle scelte del Ministro quella spinta autolesionista alla decrescita felice, e quindi al blocco delle nuove infrastrutture, che è destinata a produrre danni incalcolabili per il Paese”.
“Chiediamo al Governo nella sua interezza e al presidente del Consiglio – conclude Trasportounito – di affrontare coralmente questo tema e di riportare al centro la barra dello sviluppo pericolosamente orientata dal ministro Toninelli verso la distruzione delle speranze di rilancio del Paese”.
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“Ormai non esistono piú aggettivi nè tantomeno giustificazioni. Siamo di fronte ad una straordinaria incapacità di governo e ad una follia che mette a rischio il futuro dell’area produttivamente e logisticamente piú importante del Paese. La mossa del ministro Toninelli che ha congelato la gronda autostradale di Genova è la prova di una complessiva confusione istituzionale sul tema delle infrastrutture. E ció accade nel momento in cui proprio le infrastrutture strategiche potrebbero essere la chiave di volta e innescare il rilancio del Paese”
Alessandro Laghezza, neo presidente di Confetra Liguria, entra con fermezza nel dibattito “su un progetto – ricorda – che sconta già l’inerzia di precedenti amministrazioni e di istituzioni liguri, che dovranno essere chiamate in corresponsabilità anche per la caduta del Ponte Morandi, infrastruttura gravata di quote folli di traffico pesante, proprio a causa della mancata realizzazione di un asse autostradale alternativo”.
“La commedia dell’arte alla quale assistiamo – afferma Laghezza – non ha pari nella storia del Paese. Si minaccia ogni giorno la revoca della concessione autostradale, con conseguenze legali e finanziarie, che potranno gravare sul bilancio dello Stato; quindi si chiama lo stesso soggetto autostradale a partecipare al salvataggio di Alitalia, guarda caso per un valore di operazione che equivale al costo della concessione e infine, si piazza un colpo mortale per l’economia del nord ovest e il sistema logistico che fa perno sul porto di Genova e sugli altri scali liguri”.
“La sospensione della Gronda – conclude Laghezza – non solo è atto improvvido per i 10.000 posti di lavoro che cancella, per congestione, traffico, inefficienza, extra costi, sicurezza dei trasporti compromessa, incidentalità su un sistema attuale al limite del collasso, ma innesca un onere a carico della collettività di cui qualcuno prima o poi sarà chiamato a farsi carico”.
(A.F.)
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