Porti e logistica, quale domani se i terminal vanno agli armatori
ROMA – Le ultime indicazioni sono uscite dalla Genoa Shipping Week, come riferiamo in altra pagina con i servizi della nostra Cinzia Garofoli. Ma il nodo rimane fondamentalmente a Roma. E per qualcuno, addirittura a Ginevra. Tema: in tempi di confusione generale a livello di governo nazionale, con il ministero delle Infrastrutture e Trasporti che è di fatto senza i due vice-ministri che dovevano occuparsi di trasporti e (Rixi) di porti, l’argomento del contendere l’ha messo sul tavolo a chiare note l’avvocato Alberto Rossi (MSC) ricordando non solo che i grandi armatori devono arrivare a controllare l’intera catena logistica, ma anche che lo stanno facendo. Corollario: la Mediterranean Shipping Company di Gianluigi Aponte è abituata a far seguire i fatti alle parole (e qualche volta i primi precedono le seconde), tanto che è già terminalista in almeno una dozzina di porti. Ci si può chiedere, alla luce della dottrina tradizionale, se sia un bene o un male: ma dove Aponte sta investendo forze, progetti (e risorse economiche) le cose sembrano marciare meglio.
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Lo scontro, non possiamo ignorarlo, è ormai proprio sui grandi gruppi armatoriali che scendono a terra e controllano i terminal. Mettere sotto accusa MSC in questa strategia sarebbe ignorare che i colossi cinesi, ma anche quelli euro-mondiali come Maersk, lo fanno ormai da tempo. Quello che manca, a questo punto, è una vera e forte autorità regolatrice, che tutti avremmo identificato nel governo e nel suo ministero. Tema delicato, perché coinvolge necessariamente giudizi politici che esulano da queste pagine. Ma ci sembra personalmente almeno imbarazzante che di fronte a tutte le urgenze nelle infrastrutture che il Paese ricorda ogni giorni, l’unica grande “festa” con tanto di centinaia di riprese Tv in diretta e altrettante mosche cocchiere sia stata solo la distruzione del ponte Morandi. Demolire l’inutile e pericoloso va bene. Ma a quando costruire l’utile, anzi l’urgentemente indispensabile? L’esempio di Tanger 2 (in questo stesso giornale) è devastante, visto che in due anni ce l’hanno fatto (obiettivo 9 milioni di TEU) dal niente.
A.F.
P.S. – Nella relazione dell’avvocato Rossi ci sarebbe anche un punto che riguarda la Darsena Europa di Livorno. Che secondo lui – e quindi presumibilmente MSC – non sarebbe poi così indispensabile e tantomeno urgente. C’è da capire allora perché faccia parte dei documenti di programmazione del governo e ci siano già indicati contributi statali, studi, anche tempi. Boh?
A.F.
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