Intelligenza artificiale e sicurezza

Francesco Maria di Majo
GALLIPOLI – Quanto dovremo preoccuparci, se non altro per la generazione che sta crescendo, dell’invadenza dell’IA nel mondo del lavoro? L’Intelligenza Artificiale, che è alla base anche della rassegna di Gallipoli con i droni ormai subentrati ai palombari e ai batiscafi con l’uomo ai comandi, sembra spaziare anche in campi che qualche brivido lo producono: come il giornalista/mezzobusto/robot che nella TV cinese ha sostituito il lettore del telegiornale. Sparirà il mestiere del giornalista umano? A sentire Di Majo, non sarebbe poi un gran danno, visto che ci taccia tutti da pennivendoli e prostitute. Salvo capire se l’IA sarebbe o no davvero insensibile alle mazzette e agli ordini di scuderia. Un bel dilemma. Lasciamolo ai posteri.
Quello che qui a Gallipoli si configura, in queste ore nelle quali viviamo immersi nella fantascienza, è un mondo di cui bene o male dovremo tener conto. Ci si prospetta il cielo delle città invaso da taxi-droni che sfrecciano da tutte le parti; le strade percorse da auto che si guidano da sole; i mari solcati da navi-robot come quella del disegno in prima pagina. Viene da chiedersi? E la sicurezza? Ci sarà un “grande fratello” super-potente che potrà e saprà coordinare questi traffici a tre dimensioni senza sfracelli? Qualcuno risponde che già oggi sulle strade gli sfracelli esistono proprio perché sono gli uomini a guidare. Dunque, non si potrà che migliorare. Ci crediamo? E la possibilità che gli hakers prendano il comando di settori IA? Brividi. Lasciamo perdere. Sperare che arrivi un mondo migliore è legittimo, e forse è anche tra le poche opzioni che ci restano…
A.F.