E Ikea ha assunto Vera
Non ci credete? Eppure alla fine dovrete mettervi l’anima in pace: il robot sta entrando nella vita “quasi” quotidiana delle aziende, e addirittura delle famiglie. In queste ultime, non si tratta di un modello antropomorfo (ancora…) ma esiste da tempo: i vari “Bimby” della Worker, le pentole intelligenti, il robottino a forma di ciambella che corre sul pavimento per succhiare la polvere e si va a ricaricare da solo… Direte: robetta, macchinette. Certo, macchine: ma che hanno già all’interno i primi sprazzi di intelligenza artificiale. In Giappone ci sono già robot antropomorfi – dalle sembianze di sorridenti, rassicuranti belle ragazze – che rispondono, sbattono le ciglia, si fanno accarezzare sorridendo. E cominciano a scandagliare i pensieri di chi hanno di fronte.
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Torniamo da noi. Più lontani dalle case, ci sono i robot industriali. Lascio perdere, sapete tutti che ormai assemblano carrozzerie d’auto, vanno sott’acqua a profondità incredibili, fotografano ed esplorano i pianeti, scendono nelle viscere della terra. Fino ad oggi però sono esclusivamente al servizio degli uomini: non li giudicano, non interferiscono, non li criticano. E stiamo tranquilli nella nostra presunzione di creature nate dalla mano di un dio.
Ma da domani? Può essere stuzzicante o allarmante la notizia di questi giorni che l’Ikea – sapete tutti che è una grande catena mondiale, con centri anche alle soglie delle nostre città, ha assunto un robot russo, dal volto femminile nome di Vera, per la prossima selezione del personale da assumere. Avrà gli occhioni azzurri, la bocca a cuore e le gambe accavallate con coscia a vista delle fantasie erotiche di Tinto Brass? Può anche darsi che per ora sia un semplice algoritmo non antropomorfo, come la ormai vetusta macchina della verità. Ma è un segnale. E dopo i segnali, arrivano in genere i fatti. Davvero, occhio al futuro prossimo.
Antonio Fulvi
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