Visita il sito web
Tempo per la lettura: 4 minuti

Pietro Spirito grandi strategie per grandi porti

Pietro Spirito

Presidente Spirito, una dedica significativa a Genova: vuol dire solidarietà tra due realtà portuali entrambe importanti per la logistica marittima…

Vuol dire molto di più, perché la tragedia che ha colpito Genova è e deve essere considerata una tragedia nazionale, che richiede la solidarietà di tutto il Paese. Una solidarietà che non deve esprimersi solo a parole. È tempo che la politica esprima anche il suo lato morale, contro ogni tentazione di cinismo di bassa lega. Genova deve essere aiutata a mantenere il suo ruolo importante nel cluster portuale nazionale perché la competizione deve esserci, ma tra il sistema portuale italiano e quelli degli altri paesi. Mi auguro che la Naples Shipping Week sia anche l’occasione per ribadire che del tema si occupi il tavolo di coordinamento al ministero, nel quadro della politica nazionale legata alla Riforma.

[hidepost]

Sulla Riforma ci sono ancora attese che qualcuno giudica eccessive.

Riformare un sistema complesso com’è quello della portualità italiana richiede tempi e passaggi necessariamente non immediati. Investe anche le mentalità: ripeto che l’elemento principale è quello di coesione nazionale perché la competizione non sia tra i porti del sistema Italia ma con gli altri.

Presidente, veniamo a Napoli. E partiamo da un dato di fatto importante, l’avvio del dragaggio del porto, che dovrà aprire lo scalo a navi più grandi e attuali.

È un’operazione che posso definire strategica. Il porto manca di un dragaggio da un quarto di secolo e finalmente ci siamo. Sia chiaro che non puntiamo ad accogliere navi da 22 mila Teu, perché la nostra vocazione sono quelle fino a 15 mila, come sistema portuale regionale che punta a dare un servizio moderno e funzionale all’area vasta della Campania. Non abbiamo aspirazioni da Hub: ma non dimentichiamo che la sola Campania vale il 13% dei volumi nazionali.

Ci sono vocazioni prioritarie nei vostri programmi di sviluppo?

Per prima cosa dobbiamo puntare a rafforzare il nostro ruolo nel turismo e nel settore passeggeri. Oggi facciamo 8,5 milioni di passeggeri all’anno e il nostro territorio vive anche di un turismo qualificato. Ci sono ancora molte potenzialità da esprimere. Stiamo poi lavorando per la ZES, per la quale siamo in attesa di due designazioni. Mi si lasci sottolineare che siamo di fronte alla necessità assoluta di una semplificazione amministrativa degli atti pubblici, uno dei mali del paese sui quali il governo nazionale deve intervenire prima possibile, anche per darci modo di un passaggio successivo per la ZLS a regime logistico semplificato.

Turismo e passeggeri: la vostra stazione marittima ha fatto il suo tempo…

Diciamo pure che l’area è condizionata da una baraccopoli davvero mortificante. Abbiamo in corso la gara, che si concluderà tra pochi giorni, per la nuova stazione marittima al Beverello che cambierà radicalmente tutto questo settore del waterfront. Mi auguro di poter partire subito; se non ci saranno episodi di litigiosità amministrativa, potremo consegnare i lavori all’inizio dell’anno nuovo e in un anno e mezzo avere la nuova realtà. Mi piace ricordare inoltre quello che è un ulteriore intervento, molto simbolico: la ristrutturazione dell’Immacolatella Vecchia. È un progetto bellissimo e delicato su una realtà del 1734 e spero di poterlo avviare entro la prossima estate.

Avete già in programma una destinazione di questo splendido progetto?

Certamente. Intendiamo destinarlo a “finestra” ideale sulle innovazioni tecnologiche che fanno capo alle due gloriose università del nostro territorio, la Partenope e la Federico II. Sarà anche una vetrina, mi auguro di altissimo livello, sui rapporti tra il mondo universitario e il mondo armatoriale, che come tutti sanno ha nel nostro sistema eccellenze mondiali: basta citare Msc, Grimaldi…”

Stazione marittima al Beverello, Immacolatella Vecchia, ovviamente il connesso waterfront. Siamo di fronte a grandi sfide.

Che coinvolgono non solo l’AdSP ma anche l’amministrazione comunale, la Regione, RFI. Prendiamo la viabilità: la sfida è non gravare sulla città, trasferendo quanto possibile dei traffici pesanti anche sui binari. Con RFI stiamo lavorando a un progetto di nuovo raccordo ferroviario che si attesti a oriente del porto, per servire quello che sarà il futuro nuovo scalo containers. Entro novembre avremo l’ipotesi progettuale sulla quale attivarci. Non dimentichiamo che l’attuale raccordo ferroviario è a occidente del porto e non è assolutamente in grado di servire i grandi volumi. Siamo di fronte a una realtà molto costosa per le manovre ferroviarie, con solo 350 metri quando oggi sono richiesti 750 metri a treno. Il collegamento a oriente consentirà di collegare l’area dell’attuale vasca di colmata che contiamo di riempire con i dragaggi e le bonifiche del settore. L’obiettivo è di avere un terminal da 800 mila Teu contro i 500 mila che sono la nostra attuale potenzialità.

Presidente, non si può proprio dire che stiate affrontando poche sfide. E a proposito di sfide, il “sistema” ha una lunga tradizione anche cantieristica, che si raccorda a ben prima dell’unità d’Italia…

È una tradizione che abbiamo ben presente e che intendiamo rilanciare. Anche perché la cantieristica di riparazioni sta dimostrando una buona ripresa dopo un periodo di stasi  e le imprese stanno investendo. Un segnale importante è l’impegno della “Napoli Dry Dock” cui abbiamo dato la concessione per un grande bacino galleggiante. E’ una realtà costituita da due storiche imprese, Palumbo e Nuova Meccanica Navale della galassia MSC: e non appena le pratiche saranno perfezionate, arriverà un bacino galleggiante da circa 300 metri, credo già acquistato, che darà nuovo impulso al settore.

Nella cantieristica c’è la realtà altrettanto storica di Castellammare…

Fincantieri ha un budget di lavoro soddisfacente, che rappresenta anche un polmone per l’occupazione dell’intera regione. Uno degli obiettivi è anche quello di realizzare un’accademia di alta formazione sulle tecnologie cantieristiche, per dare ulteriori chance all’occupazione giovanile di livello.

Presidente, non ci resta che complimentarci per un insieme di iniziative che non sono solo progetti, ma fatti concreti ben avviati. Sembra che Napoli e il suo sistema, con il recente ingresso anche di Salerno, abbia ripreso la sua spinta che nei secoli ne ha fatto un centro di progresso e di cultura.

Le difficoltà non mancano, ma non ci spaventano. E siamo consapevoli di lavorare per l’intero sistema nazionale, guardando alle realtà del mondo del lavoro e della logistica di oggi e di domani.

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
26 Settembre 2018

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora