Blue Economy, valori e prospettive
GENOVA – La prima edizione della “Blue Economy Summit” è stata avviata lunedì scorso con l’incontro serale al Propeller Club presieduto dalla docente ed avvocato Giorgia Boi. Convenuti, fra relatori della tavola rotonda ed ospiti, circa centocinquanta grandi protagonisti del settore per approfondire e confrontarsi sulle possibilità di ulteriore sviluppo delle diverse filiere produttive legate al mare. Nei tre giorni successivi sono seguite le conferenze a Palazzo Tursi e Palazzo San Giorgio – rispettivamente sedi del Comune e dell’Autorità di sistema portuale – dove oltre novanta relatori hanno discusso su portualità, infrastrutture, nuove professioni e tecnologie, assicurazioni, crociere, turismo, diporto, cantieristica, riparazioni ma anche su pesca, ittiturismo e acquacultura senza mai prescindere dai fattori sicurezza e sostenibilità. Oltre alla parte congressuale sono state organizzate visite tecniche alle eccellenze del porto dedicate alle scuole cui hanno partecipato oltre cinquecento studenti e visite aperte alla cittadinanza al cacciatorpediniere ‘Caio Duilio’ ormeggiato al Ponte Andrea Doria. Dunque, davvero un grande impegno quello affrontato dagli enti promotori Comune di Genova ed Associazione Genova Smart City, e da ClickUtility Team che ha supportato dal lato tecnico ed organizzativo l’evento, peraltro ripagato da una grande partecipazione.
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Dal convegno è emersa l’importanza della Blue Economy – che vale il 10% del PIL nazionale – e della reale possibilità di lavoro che offre questo universo, definito da più voci “complesso”, insieme alla consapevolezza della necessità di formare i giovani affinché possano coglierne l’opportunità. In questo senso è stato confortante ascoltare l’impegno già preso dalla Regione Liguria, dettagliato dall’assessore alla cultura e formazione Ilaria Cavo, che ha bandito cinque milioni di euro per sessanta corsi di formazione rivolti a novecento ragazzi con traguardo l’occupazione di un minimo di cinquecentotrenta. L’alta percentuale della prevista occupazione si basa anche sulle ottime performance delle esperienze formative precedenti che grazie alla validità dell’ente formatore ed agli accordi stretti con grandi aziende del settore che la garantivano per il 30% degli iscritti, hanno in realtà occupato dal 50% fino ad oltre il 70%. Altri progetti finanziati riportati dalla Cavo riguardano i master – sempre con occupazione dei corsisti prestabilita dagli accordi fra università ed aziende, ma anche la formazione “a sportello” su richiesta dell’ente formatore che prevede il conseguimento del 60% dell’occupazione, ed infine la formazione continua. Tutte le iniziative, rivolte per grande parte alla Blue Economy, hanno avuto ottimi risultati con l’unica annotazione della Cavo sulla scarsità di richieste di formazione in innovazione tecnologica in questo settore.
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Gian Enzo Duci, presidente commissione formazione Assagenti oltreché presidente Federagenti, proprio sul tema innovazione ed occupazione ha espresso il suo parere partendo dalla considerazione che il settore dei trasporti, marittimi in particolare, nella sua storia ha avuto raramente ristrutturazioni di portata radicale; ed oggi dobbiamo capire come le diverse innovazioni che si prevede vi agiranno in modo significativo – tra le quali e-platform, internet of things, intelligenza artificiale, robotica applicata, blockchain, cyber security – permetteranno un adeguamento oppure determineranno cambiamenti sostanziali sulle attività lavorative. Il settore è da sempre caratterizzato da maggiori capitali investiti e costante calo di persone che lavorano nelle stesse attività mentre – ha sottolineato Duci – per evitare che le aziende concorrano tra loro unicamente sui prezzi occorrono nuovi e diversificati servizi da offrire ai clienti. Con un approccio creativo alle innovazioni tecnologiche si potrà capire quanto queste potranno contribuire all’ampliamento della platea dei servizi: un’analisi dovrà certo essere operata da chi è interno al settore ma soprattutto chi ne è esterno riuscirà ad immaginare e studiare nuovi metodi lavorativi. E la nuova generazione – ha concluso Duci – con la sua naturale capacità di acquisire le innovazioni e studiarne le applicazioni per il settore avrà un enorme vantaggio competitivo.
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Da parte sua l’armatore Ignazio Messina ha informato nel suo intervento al Propeller che l’obiettivo del forum Blue Economy è quello di diventare la manifestazione più importante d’Europa per riaffermare la centralità di Genova e della Liguria nell’economia del mare. Si sta già sviluppando un protocollo di intesa fra enti ed associazioni per un grande evento di 15 giorni che si terrà il prossimo anno in cui potranno incontrarsi imprenditori, investitori ed utilizzatori. L’armatore genovese si è anche espresso anche sulla necessità di ben interpretare le innovazioni tecnologiche per implementarle nell’ottica di garantire comunque un futuro di lavoro e di sviluppo dell’economia del mare alle generazioni future. Pieno accordo anche con il sindaco Marco Bucci nel lanciare la candidatura di Genova a “Competence center per l’economia marittima”, data la presenza della filiera completa delle attività nella città, magari con la possibile creazione di una sorta di “Zona Marittima Speciale” per avere le stesse agevolazioni che hanno altri paesi europei.
Cinzia Garofoli
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